Se c’è un viale, è del tramonto

martedì 2 Maggio 2017

Un mio amico che è in carcere, gli ho mandato l’ultimo libro che ho scritto, mi ha scritto dopo un mese per ringraziarmi mi ha detto di scusarlo che non aveva aveva avuto tempo di leggerlo.

22 aprile – Radio 3

sabato 22 Aprile 2017

Sabato 22 aprile,
a Radio 3,
a Fahrenheit,
alle 16 e 45,
parliamo di Strategia
della crisi

22 aprile – Milano

sabato 22 Aprile 2017

Sabato 22 aprile,
dentro
Tempo di libri,
a Milano,
a Fiera Milano Rho,
Sala Arial,
alle 18 e 30,
Strategia della crisi.

La crisi

sabato 22 Aprile 2017

Oggi, a Milano, presento per la prima volta Strategia della crisi, che, per me, la prima volta che presento un libro, non so mai cosa dire, che bisognerebbe forse parlare della sostanza, mi dico, solo che io dubito, che abbiano una sostanza, i libri: ogni volta che penso alla sostanza dei libri mi viene in mente Nabokov quando gli avevan chiesto qual era il messaggio, del libro che aveva appena pubblicato e lui sembra che abbia risposto «Un messaggio? Non son mica un postino, per mandar dei messaggi», e secondo me, adesso, io, nel mio piccolo, a me piacerebbe, essere un postino, solo che non sono, un postino, allora magari, lasciamo perdere la sostanza, leggo le divagazioni, magari, del libro, oggi, se riesco, vediamo.

Cosa voglio

sabato 22 Aprile 2017

La Battaglia, quando era piccola una volta mi aveva detto che lei, se fosse stata il sindaco della città, avrebbe abolito i soldi, che io avevo pensato che era più avanti di me, invece adesso, da quando faceva le medie, le era venuto un improvviso interesse per i soldi si era messa a chiederci, a me e a Togliatti, quanto guadagnavamo stava diventando un po’ materiale, anche al telefono, che da quando aveva un telefono, tutte le volte che la chiamavo al telefono lei mi rispondeva mi diceva «Cosa vuoi?».
Non mi diceva né «Pronto», né «Ciao», «Cosa vuoi?».
Che non era una cosa che mi piaceva tantissimo ma era una cosa che avevo fatto anch’io, da ragazzo, quando mi telefonavano.
Per via che io, per molto tempo, noi, in casa, non avevamo avuto il telefono, e io, quello, il telefono, era un po’ un oggetto stranissimo, non ero mica nella mia, quando stavo al telefono, quando ero piccolo, e la Battaglia anche lei, evidentemente.

9

venerdì 14 Aprile 2017

9. Il portiere democristiano

L’editore che era venuto a parlarci al convegno sul nulla che avevamo fatto a Bologna, ci aveva parlato del suo libro che aveva venduto di più nei decenni di pratica sua dell’editoria al comando della sua casa editrice, come si dice.
E ci aveva detto che lui, quand’era giovane, si era innamorato di una ragazza che l’aveva iniziato alla lettura dei classici della sinistra, Marx, Engels, Gramsci, Lukacs e via dicendo, se non ricordo male, che lui aveva letto con cura e debitamente sottolineato.
Solo che, dopo un po’, ma dopo poco, quella ragazza l’aveva lasciato e si era messa con un portiere, nel senso di portiere di calcio, democristiano, nel senso che votava il partito politico della Democrazia Cristiana e faceva anche, probabilmente, attività oratoriale, tipo catechismo e cose del genere (questo me l’immagino io), e anche una moderata attività politica (tipo attacchinaggio e presidenza di seggio nel caso di elezioni politiche in date non in conflitto con gli obblighi del campionato – anche questo me lo immagino io), e con questo portiere democristiano l’ex fidanzata dell’editore nel breve volgere di pochi anni aveva fatto tre figli.
Allora lui, l’editore, aveva fatto un libro che l’aveva intitolato Tutto quello che gli uomini sanno delle donne, che era un libro di centocinquanta pagine circa che i fogli erano tutti bianchi.
Come un quaderno, però con la copertina, la quarta di copertina, i paratesti, la costola, il codice Isbn, il prezzo e tutte le cose che ci sono in un libro vero.
E ne aveva vendute centomila copie, appena il libro era uscito ne aveva ordinate 10.000 copie la CGIL che l’aveva regalato per Natale ai suoi iscritti (per Natale me l’immagino io, forse l’aveva regalato in un’altra occasione).
E lui, dopo averlo ristampato diverse volte, continuavano a riordinarglielo, aveva deciso che basta, non gli piaceva il fatto che il suo libro più venduto fosse un libro dove dentro non c’era scritto niente.

Un esempio

lunedì 13 Marzo 2017

strategia della crisi

E quando, per esempio, la presidente della camera aveva proposto una riforma linguistica che doveva portare a chiamare i ministri femmine la ministra, e i sindaci femmine la sindaca, e gli assessori femmine l’assessora, io avevo pensato che allora, se si voleva essere almeno minimamente coerenti, bisognava chiamare un pilota maschio il piloto, uno psichiatra maschio lo psichiatro, un giornalista maschio il giornalisto, una guida alpina maschio il guido alpino, una guida turistica maschio il guido turistico, una guardia giurata maschio il guardio giurato, una vedetta, maschio, il vedetto, una sentinella, maschio, il sentinello, un pediatra, maschio, il pediatro, un barista, maschio, il baristo, un fascista, maschio, il fascisto, un ambientalista, maschio, l’ambientalisto, un obbligazionista, maschio, l’obbligazionisto, un omicida, maschio, l’omicido e che una lingua così, a me l’italiano piaceva moltissimo, e mi sembrava, come aveva detto un poeta russo del novecento «la più dadaista delle lingue romanze», ed era una lingua, che, secondo me, proprio per com’era fatta lei, non poteva rispondere sissignora agli ordini di nessuno, neanche della presidente della camera, e quando avevo sentito questa proposta a me era venuta in mente una cosa che mi sembra avesse detto un filosofo austriaco che si chiamava Wittgenstein quando aveva detto che «la lingua si cura da sé», che era una cosa che mi sembrava che fosse così perché la lingua, le regole, non so, non è facilissimo dire una cosa in generale, sulla lingua, faccio un altro esempio.

[Da Strategia della crisi, esce il 13 aprile]

Strategia della crisi

martedì 28 Febbraio 2017

strategia della crisi

[Esce il tredici aprile (cliccare sull’immagine per ingrandire oppure cliccare qui strategia della crisi)]

Il prossimo libro

martedì 28 Febbraio 2017

Nel prossimo libro che esce, di quelli che ho scritto io, mi sembra di aver detto le cose essenziali nella prima pagina, così dopo son libero di dire quello che voglio.

Un regalo

sabato 24 Dicembre 2016

Dopo, poi, in quel periodo lì che ero in crisi, nel dicembre del 2016, ero andato a Roma a fare una lettura pubblica, e nel treno che mi stava portando a Roma il ferroviere che passava a darti i giornali mi aveva detto che c’era un regalo per me, e mi aveva dato un pacchetto rosso con la sagoma in bianco di un albero di Natale e la scritta, grossa, Merry Christmas, con la emme e la ci maiuscole, come se, anche grammaticalmente, anche sintatticamente, anche morfologicamente, eravamo già tutti statunitensi, e una costellazione di stelle, là in fondo, era un pacchetto che sarà stato venti centimetri per dieci per dieci, era abbastanza pesante, poteva contenere una tazza, avevo pensato, era chiuso con un cerchio adesivo bianco che c’era scritto, in blu, Sigillo di garanzia, e io l’avevo fotografato e avevo mandato alla Battaglia la foto con una scritta che era, più o meno «Trenitalia mi ha fatto un regalo, quando torno, domani, lo apriamo insieme», e lei mi aveva risposto mi aveva scritto “Sììììì”».