16 aprile – In libreria
Martedì 16 aprile,
in libreria,
esce
il Discorso su Puškin
di Dostoevskij,
per gli Oscar Mondadori
Martedì 16 aprile,
in libreria,
esce
il Discorso su Puškin
di Dostoevskij,
per gli Oscar Mondadori
Dostoevskij sul palco si asciugava il sudore con un fazzoletto, e il presidente ha suonato la campanella con vigore e ha ricordato che il convegno doveva continuare, e ha invitato sul palco Ivan Sergevič Aksakov. Aksakov è corso al podio e ha gridato: «Signori, non voglio e non posso parlare dopo Dostoevskij. Dopo Dostoevskij non si può parlare. Il discorso che abbiamo sentito, è un avvenimento. Turgenev è d’accordo con me».
[Esce oggi]
«Come siete magra! E guardate che mano che avete, pare trasparente! Avete le dita come i morti».
—
[Un complimento di Raskol’nikov a Sonja Marmeladova, in Delitto e Castigo, traduzione di Damiano Rebecchini, nella foto la casa di Sonja a Pietroburgo, lungofiume Griboedov, 73]
Giovedì 25 gennaio,
a Milano,
al carcere di Opera,
in via Camporgnano, 40,
dalle 17 alle 19,
Delitto e castigo
al carcere di
Opera.
Per partecipare: clic
Ma io, quanto valgo? Sono come un insetto o sono come Napoleone?
[Domani, al carcere di Opera, parliamo di Delitto e castigo]
Perché, cosa ha fatto la Russia nella sua politica in questi due secoli, se non servire l’Europa, forse molto più di sé stessa? Oh, i popoli dell’Europa nemmeno lo sanno quanto ci stanno a cuore!
[Sto rivedendo il Discorso su Puškin di Dostoevskij, tradotto dagli studenti della specialistica della Iulm, che esce l’anno prossimo per gli Oscar Mondadori]
«A me piace,» proseguì Raskol’nikov, «mi piace quando cantano al suono dell’organetto in una fredda sera d’autunno, buia e umida, soprattutto quando è umido e i passanti hanno tutti un’espressione malata e un colorito verde pallido, o ancora meglio, sapete, mi piace quando cade la neve bagnata e vien giù dritta, senza vento, e attraverso la neve brilla la fiamma dei lampioni a gas».
Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo, traduzione di Damiano Rebecchini
Giovedì 25 gennaio, a Milano, al carcere di Opera, dalle 17 alle 19, parliamo di Delitto e castigo Per partecipare: clic
Mi stupisco sempre quando penso che ho cominciato a scrivere al numero 3 di via Caduti di Montelungo, tra largo Dispersi dell’Egeo, viale Dispersi e Morti in Russia, via Martiri di Cefalonia e via Anna Frank, che era il posto ideale, tra tutte le strade di Parma, per cominciare a scrivere. E, poi non è vero, ma ho l’impressione che il fatto che, io insegno traduzione editoriale dal russo alla Iulm di Milano, il fatto che facciamo lezione al piano meno uno, in un sottosuolo, ecco poi non è vero, ma secondo me insegnare a tradurre è meglio farlo in un sottosuolo, che al quarto piano. Magari mi sbaglio.
[Parte del discorso sulla traduzione che faccio il 20 maggio a Torino, forse]
In realtà, io continuo a farmi una domanda superflua: cos’è meglio, una felicità da quattro soldi, o delle sofferenze inaudite? Eh? Cos’è meglio?
[Non smettevamo di parlarne, di Memorie del sottosuolo, a Un’altra vita, corso della scuola Karenin, stanotte]
Sto rivedendo le citazioni di Sanguina ancora per la traduzione francese (di Nathalie Bauer, per Philippe Rey), e ho trovato, nell’Idiota, quel ragazzo malato, Ippolit, che dice: «Eppure devo morire!» e per poco non aggiunge “Un uomo come me!”. Che coglione. Come tutti noi.