mercoledì 27 Novembre 2024
Se c’è al mondo un paese, che è per gli altri paesi distanti o confinanti con esso, più sconosciuto e inesplorato, più incompreso e incomprensibile di tutti gli altri, questo paese è indiscutibilmente la Russia per i suoi vicini occidentali.
[Fëdor Dostoevskij, Russia, trad. di Lucio Coco, Torino, Aragno 2024, p. 3]
martedì 26 Novembre 2024
Insomma ne concludo che tutti, e non solo i grandi uomini, ma anche quelli che escono solo un po’ dalla normalità, cioè che sono un minimo capaci di dire qualcosa di nuovo, devono per loro stessa natura essere dei criminali, più o meno
Rodjon Romanovič Raskol’nikov
[Sto rileggendo Delitto e castigo (nella traduzione di Damiano Rebecchini) e oggi per poco non scendevo a Firenze anziché a Bologna, dal treno]
martedì 15 Ottobre 2024
Ma io, quanto valgo? Sono come un insetto o sono come Napoleone?
Fêdor Dostoevskij
[Tra poco alla scuola Karenin]
mercoledì 24 Luglio 2024
Era una notte incantevole, una di quelle notti che forse possono esistono solo quando siam giovani, gentile lettore.
[Oggi sono a Milano per le tesi, una è la traduzione di Notti bianche, di Dostoevskij (immagine di G. D. Glikman)]
lunedì 27 Maggio 2024
Io sono un uomo malato… Un uomo cattivo, sono. Un brutto uomo, sono io. Credo di esser malato di fegato.
[foto di @claudiosforza_photography]
mercoledì 8 Maggio 2024
Un altro partecipante a quel convegno, Ivan Turgenev, in un romanzo del 1867, Fumo, aveva fatto dire a un personaggio, Potugin: «Sì, sì, sono un occidentalista, sono devoto all’Europa; cioè, per meglio dire, sono devoto alla cultura, alla civiltà, sì, questa è la parola giusta, la amo con tutto il cuore, credo in lei e non credo e non crederò mai in nient’altro. Questa parola: ci-vil-tà, è comprensibile, e pulita, e santa, mentre le altre, nazione, popolo, gloria, puzzano di sangue… Accidenti a loro!».
[ieri, alla libreria Noi, con Elisabetta Risari, le traduttrici e i traduttori abbiamo parlato del Discorso su Puškin di Dostoevskij]
martedì 7 Maggio 2024
Martedì 7 maggio,
alle 19,
alla libreria Noi di Milano,
con Elisabetta Risari e i traduttori Sofia Ballan,
Antonella Castria, Claudia Coppola, Asia Mariancini,
Sophia Simo,
Monica Triglia e Andrea Vercelli
presentiamo il Discorso su Puškin
di Dostoevskij
giovedì 2 Maggio 2024
In quegli anni l’intelligencija russa è divisa tra coloro che credono che la Russia debba seguire l’esempio europeo, e che vorrebbero sviluppare e dare seguito alle riforme del primo (e unico, forse) zar “europeo”, Pietro il grande, che, fondando Pietroburgo e facendone la capitale, ha aperto, come si usa dire, «una finestra sull’Europa» e indirizzato la storia della Russia verso l’occidente (quelli che la pensavano così venivano detti occidentalisti), e coloro che credevano invece che, per la Russia, fosse necessario un cammino autonomo, originale (questi venivano chiamati slavofili).
Il leader degli slavofili, in quel 1880, è quel signore che sale sul palco di Mosca e si rifiuta di fare il suo intervento dopo che ha parlato Dostoevskij, Ivan Sergeevič Aksakov.
Qualche anno prima, nel 1863, Aksakov aveva scritto, a Dostoevskij: «Condizione prima per liberare in noi stessi il sentimento della nazionalità è odiare Pietroburgo con tutto il nostro cuore e con tutti i nostri pensieri. Soffiare via, sputare via, rinnegare “Satana”».
“Satana”, per Aksakov, era Pietroburgo.
[Martedì 7 maggio, alle 19, alla libreria Noi di Milano, con Elisabetta Risari e i traduttori Sofia Ballan, Antonella Castria, Claudia Coppola, Asia Mariancini, Sophia Simo, Monica Triglia e Andrea Vercelli presentiamo il Discorso su Puškin di Dostoevskij]
martedì 16 Aprile 2024
Martedì 16 aprile,
in libreria,
esce
il Discorso su Puškin
di Dostoevskij,
per gli Oscar Mondadori
martedì 16 Aprile 2024
Dostoevskij sul palco si asciugava il sudore con un fazzoletto, e il presidente ha suonato la campanella con vigore e ha ricordato che il convegno doveva continuare, e ha invitato sul palco Ivan Sergevič Aksakov. Aksakov è corso al podio e ha gridato: «Signori, non voglio e non posso parlare dopo Dostoevskij. Dopo Dostoevskij non si può parlare. Il discorso che abbiamo sentito, è un avvenimento. Turgenev è d’accordo con me».
[Esce oggi]