Buongiorno

lunedì 25 Dicembre 2023

Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.

Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.

Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.

Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.

[Angelo Maria Ripellino, Poesie. 1952-1978, Torino, Einaudi 1990, p. 21]

Le candele

domenica 30 Luglio 2023

E io mi son fatto convincere, avrò sbagliato, però il suo discorso «Questa è una guerra», diceva, «che è lontana e vicina e non si sa come andrà a finire, perché ci sono degli interessi, lì, di tutto il mondo, e noi siamo quelli che son messi peggio, noi non abbiamo le materie prime, gas, petrolio, carbone, non abbiamo niente, noi dipendiamo tutto dall’estero, quando gli altri hanno il raffreddore, noi abbiamo la polmonite, che io, anche senza guerra, tutta ‘sta roba che arriva da lontano, che corre nei tubi per centinaia, per migliaia di chilometri, perché non ci si pensa, ma se ci pensi, anche adesso, che parliamo, lei corre, lei corre sempre, attraversa nazioni, passa i fiumi, le foreste, i deserti, passa i mari, in questi tubi, è pieno di tubi il mondo ormai, e se quelli laggiù un giorno gli prende il matto e chiudono il rubinetto, ma anche se non chiudono, basta una bomba, salta in aria tutto, e noi dopo come facciamo ‘st’inverno a riscaldarci? Ma poi la notte mancherà la luce non ci vedremo, perché anche per la luce ci vuole il petrolio, andremo tentoni, sbatteremo contro i muri, e io, tu fai quello che vuoi, io mi sono già comprato due o tre case di candele». «Cos’hai comprato?» «Le candele, come no, almeno per vedere, vuoi stare al buio? che i Faiantéin ne hanno, però se non ti sbrighi».

[Inizio della poesia Le candele, in Raffaello Balini, La nàiva Furistír Ciacri, Torino, Einaudi 2000, pp. 301-2]

Basta

lunedì 3 Luglio 2023

E poi basta, mi sono stufato,
è tutti i giorni uguale, non se ne può più.
Mi voglio far crescere i baffi!

[Raffaello Baldini, Furistír, Torino, Einaudi 1988, p. 3]

Una ministro

giovedì 22 Giugno 2023

Ecco chi è Aleksandra Kollontaj: una russa femminista, vicina a Lenin e che, all’epoca della rivoluzione del 1917, divenne ministro. Nell’Europa occidentale e nella stessa Francia bisognerà attendere decenni perché una donna venga investita della medesima carica.

[Hélène Carrère d’Encausse, Aleksandra Kollontaj. La valchiria della rivoluzione, traduzione di Emanuela Braida, Torino, Einaudi 2023, p. vii]

Il tempo

mercoledì 31 Maggio 2023

Metti che venga la fine del mondo, domani, dopodomani, e moriamo tutti, metti che la terra s’infradici, si sbricioli, che si riduca un polverone, che si perda nell’aria, e la luna lo stesso, si spenga il sole, le stelle, viene un buio, non c’è più niente, e in tutto quel buio il tempo andrà ancora avanti? da solo? e dove andrà?

[Raffaello Baldini, La nàiva Furistír Ciacri, Torino, Einaudi 2000, p. 150]

Raffaello Baldini

giovedì 11 Maggio 2023

E be’, sai, i brutti, anch’io ero poco bello,
però poi con gli anni, che dovrebbe essere peggio, invece,
cambi in meglio, davvero, io mi sono anche innamorato.

I nomi delle strade

lunedì 1 Maggio 2023

I nomi delle strade

Le strade sono
tutte di Mazzini, di Garibaldi,
son dei papi,
di quelli che scrivono,
che danno degli ordini, che fanno la guerra.
E mai che ti capiti di vedere
via di uno che faceva i berretti
via di uno che stava sotto un ciliegio
via di uno che non ha fatto niente
perché andava a spasso
sopra una cavalla.
E pensare che il mondo
è fatto di gente come me
che mangia il radicchio
alla finestra
contenta di stare, d’estate,
a piedi nudi.

[Nino Pedretti, Al vòusi, Torino, Einaudi 2017, p. 19]

I partigiani

martedì 25 Aprile 2023

I partigiani

Non è per via della gloria, che siamo andati in montagna, a far la guerra. Di guerra eravam stanchi, di patria anche. Avevamo bisogno di dire: lasciateci le mani libere, i piedi, gli occhi, le orecchie; lasciateci dormire nel fienile, con una ragazza. Per questo abbiam sparato, ci siamo fatti impiccare, siamo andati al macello col cuore che piangeva, con le labbra tremanti. Ma anche così sapevamo che di fronte a un boia di fascista noi eravam persone, e loro marionette. E adesso che siam morti non rompeteci i coglioni con le cerimonie, pensate piuttosto ai vivi, che non debbano perdere anche loro la giovinezza.

[Nino Pedretti, Al vòusi e atre poesie in dialetto romagnolo, Torino, Einaudi 2007, pp. 17-18, la poesia si intitola I partigièn, la foto viene da qui: clic]

Il castello della Bella Addormentata

lunedì 19 Dicembre 2022

Diceva che il centro grandi ustionati ha una sua particolare bellezza. Sembra il castello della Bella Addormentata nel bosco, con tutti quei veli bianchi, la garza, il silenzio.

[Emmanuel Carrère, L’avversario, trad. Eliana Vicari Fabris, Torino, Einaudi 2000, p. 19]

Come quando si scappa

lunedì 26 Settembre 2022

Un luzzarese spiegava in dialetto qual è l’ora più bella di Luzzara: sarebbe quando lui d’inverno viene fuori dal caldo – è impiegato in municipio – e il freddo gli dà un piacere che non riesce a spiegare, e corro a passetti brevi per dieci o quindici metri, dice, mentre si accendono i lampioni sopra la sua testa e saluto la gente con dei ciao secchi, allegri, come quando si scappa sotto i portici per un improvviso acquazzone.

Paul Strand, Cesare Zavattini, Un paese, Torino, Einaudi 2021, p. VII