Poi

venerdì 23 Dicembre 2016

Non c’entra niente ma io, ogni tanto, incontro della gente che mi fa venire in mente il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, quello che prima faceva l’attore, che c’era stato un critico cinematografico che, quando l’avevano eletto presidente, aveva detto che Reagan, quando recitava, la cosa principale che vedeva, uno spettatore dei suoi film, era lo sforzo che faceva per recitare, e così quelli che incontro io ogni tanto, non c’entra niente.

Idee

giovedì 22 Dicembre 2016

Se qualcuno sa da dove vengon le idee son contento per lui io non lo so, da dove vengon le idee, ho solo una vaga idea del momento, in cui vengono, per lo meno del momento in cui vengono a me, che mi vengono quasi sempre quando vado a correre, o quando vado in bicicletta, o quando mi alzo per andare a prendere una cosa, o quando sono al supermercato, o quando sono in fila in posta, cioè quando non ci penso.
Quando non mi sto sforzando per farmi venire un’idea, allora mi viene, delle volte.
C’era un regista del cinema, quello che aveva fatto Full Metal Jacket, Kubrick, si chiama, che dicon che dicesse che a lui, le idee, gli venivano quando andava in bagno a pisciare, che è la stessa cosa, mi sembra: quando smetti di pensarci.
Allora le pause, secondo me, per scrivere, sia per scriver dei libri che per scriver dei film è bene prendersi delle gran pause, secondo me.

[Da Strategia della crisi, in preparazione]

La crisi della politica

mercoledì 21 Dicembre 2016

Nel 1911, un anarchico di Praga che si chiama Jaroslav Hašek, e che diventerà uno dei più grandi scrittori del ventesimo secolo, ha fatto l’ultima cosa che ci si aspetterebbe da un anarchico, ha fondato un partito politico.

L’ha chiamato Partito del progresso moderato nei limiti della legge, e si è autonominato Unico candidato alle elezioni per il rinnovo del parlamento austroungarico.

E ha fatto una vera e propria campagna elettorale, con dei comizi come quelli di tutti gli altri partiti, con la differenza che la prima domanda era gratis, per fare le successive bisognava pagare mezza pinta di birra. Allora, a parte il fatto che questa esperienza era diventata poi un piccolo libro che a me sembra bellissimo, Storia del partito del progresso moderato nei limiti della legge, e che comprende i discorsi che Hašek ha fatto in quella celebre e ingloriosa campagna elettorale (sembra che i voti per il Partito del progresso moderato nei limiti della legge furono 38), mi veniva da chiedermi se io sarei disposto a spendere l’equivalente di una mezza pinta di birra per fare una domanda a Matteo Renzi, per dire, o a Paolo Gentiloni, o a Roberto Speranza, o a Luigi Di Maio, o a Beppe Grillo, o a Davide Casaleggio, e mi veniva da rispondermi che non lo so mica.

[Da La strategia della crisi, in preparazione]

Periodi

venerdì 25 Novembre 2016

Negli anni venti del novecento, un critico russo che faceva parte di quel gruppo di critici che eran stati chiamati, per offenderli, formalisti, e che avevano assunto questo nome e avevan finito per chiamarsi essi stessi formalisti, questo critico che si chiamava Jurij Tynjanov ha scritto: «La prosa russa attraversa un periodo di crisi. (D’altra parte, anche la poesia attraversa un periodo di crisi. In generale, è difficile ricordarsi di un periodo in cui non attraversavano un periodo di crisi)».
Ecco, io, che sono nato nel 1963, in Italia, ho l’impressione che, da quando mi ricordo io, la poesia italiana, la prosa italiana, l’economia italiana, la giustizia italiana, la pubblica istruzione, italiana, la sanità, italiana, la politica, italiana, lo sport, italiano, attraversino, da allora, un periodo di crisi, mi sembra di esser sempre vissuto in un periodo di crisi e delle volte mi chiedo cosa succederebbe se passasse, la crisi, e ho come l’impressione che ne sentirei la mancanza.

[Strategia della crisi, in preparazione]