Ecco

mercoledì 9 Aprile 2025

Noi, poeti, siamo nudi, si vede tutto, perciò dobbiamo preoccuparci di sembrare decenti.

ANNA ACHMATOVA

[Esce, negli Oscar, a fine maggio inizio giugno]

Kiev e Odessa

martedì 8 Aprile 2025

E ho detto che io, questa cosa che era successa, che da Mosca partissero dei missili diretti a Kiev o a Odessa, non la capivo, perché io Kiev la conoscevo dalla letteratura russa, e sapevo, dalla letteratura russa, che il Dnepr è così grande che le aquile che lo vogliono attraversare quando arrivano a metà tornano indietro, e Odessa, la scalinata, la conoscevo dal cinema russo, e non capivo come i russi potessero bombardare quelle città delle quali mi avevano fatto innamorare, e che l’unica cosa che sapevo era che mi veniva da piangere.

[Tra qualche mese esce l’edizione tascabile di Vi avverto che vivo per l’ultima volta; indicheremo tutti i passaggi censurati nella traduzione russa, tra i quali quello qua sopra]

Ma perché?

lunedì 13 Gennaio 2025

Una giornalista mi ha mandato delle domande per un’intervista per Il piccolo di Trieste, gli ho risposto per iscritto e le ho chiesto di non cambiare niente, lei me lo ha assicurato, stamattina vedo l’intervista, l’hanno cambiata. Io, citando Baldini, scrivo “può essere tutto un coglione”, loro lo censurano, non lo mettono. Io scrivo «il 2022 è stato l’unico anno, dal 1999, quando ho cominciato a pubblicare, che non ho pubblicato un libro», loro scrivono ««il 2022 è stato l’unico anno, dal 1999, quando ho cominciato a pubblicare, nel quale non ho pubblicato un libro». Mi correggono. Non so come ringraziare. E mi fanno dire, tra virgolette, nel titolo, Gli stolti siamo noi (non credo di aver mai pronunciato, in vita mia, la parola stolto) e dicono che sono parmense (io, invece, sono parmigiano). Metto qua sotto l’intervista vera, quella scorretta, con tutti gli errori di cui sono capace. State bene.

“Ci sono cretini che hanno visto la Madonna e cretini che non hanno visto la Madonna”, recitava Carmelo Bene in “Nostra Signora dei Turchi”, nel suo libro la questione è declinata non sull’essere “cretini” quanto piuttosto sull’essere o meno “coglioni”? Quale è la (eventuale) differenza?

Credo ci siano tanti modi per definire quella che Raffaello Baldini chiama la coglionaggine: «può essere tutto un coglione», scrive lui, «può essere anche istruito, può essere perfino laureato, certo che se è ignorante, i coglioni ignoranti, quelli sono una disgrazia, non si ragiona, è come parlare al muro».
Mi sembra interessante quel che dice Ricky Gervais, che «quando sei morto tu non lo sai, è doloroso solo per gli altri; la stessa cosa succede quando sei stupido».
Questa idea di Gervais mi sembra stia bene insieme all’idea di Raffaello Baldini che «La battaglia contro la coglionaggine comincia da se stessi». Quindi la questione non è, secondo me, sull’essere o meno coglioni, credo che siamo tutti, coglioni, la questione è sul quanto e, soprattutto, sul come, lo siamo.

Paolo Nori, se Raffaello Baldini a cui lei ha dedicato il suo ultimo libro “Chiudo la porta e urlo”
non fosse realmente esistito, potrebbe sembrare una sua invenzione…

Lei mi sopravvaluta.

Come in passato con Dostoevskij e con la Achmatova anche in questo suo nuovo “romanzo
biografico” il soggetto appare un pretesto per parlare della Sua vita, dei Suoi scritti, delle persone a Lei care. Così anche la Romagna di Baldini è per Lei un pretesto per evocare la Sua Emilia, la peculiare luce e le sonorità della lingua di Parma. Un passaggio di testimone?

Sul passaggio di testimone, le ripeto: lei mi sopravvaluta. Del fatto che in un romanzo su Baldini parlo molto di me, così come ho fatto nel romanzo su Dostoevskij e in quello su Achmatova, c’è un passo, in Chiudo la porta e urlo, che fa così: «Io ho l’impressione che leggere Baldini, dall’inizio alla fine, le poesie, e il teatro, significhi rivedere la tua città, la tua strada, i tuoi amici, le tue fidanzate, i tuoi treni, sentire la voce di tua mamma che ti chiede cos’hai, rivedere la prima panchina dove ti sei seduto con una ragazza, la prima volta che hai fatto una firma, quando hai giocato a nascondino da piccolo, la prima volta che hai visto la neve, tutti i coglioni che hai incontrato nella tua vita, tutte le volte che ti sei sbagliato, tua mamma, tuo babbo, tua nonna, i tuoi fratelli, le tue sorelle, la tua barista, la tua macchina, le tue partite a carte, le telefonate, quelle sere che telefonavi e se ti rispondevano o no ti sembrava che potesse cambiare la tua vita, i tuoi gatti, i cani di tuo zio, “le chiavi vecchie che non aprono più niente, ma ti hanno aperto tutto”, e che non ti azzardi a buttare via, e dopo che hai visto tu te queste cose, così precise, così vere, così tue e così di tutti, come fai a non parlarne? Come fai a non raccontarlo a nessuno, eh? Come fai?»

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, nel marzo del 2022 l’Università Bicocca di Milano tentò di cancellare il suo corso sul romanziere russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij, per “evitare ogni forma di polemica dato il momento di forte tensione attuale”. Quanto è reale ancora oggi il pericolo che la nostra coscienza critica possa essere censurata?

La censura, per chi fa il mio mestiere, oggi, in Italia, è una benedizione; dopo quella censura, in particolare, ho fatto centinaia di interventi pubblici, il 2022 è stato l’unico anno, dal 1999, quando ho cominciato a pubblicare, che non ho pubblicato un libro, e è stato l’anno che ho fatto più interventi pubblici, nei quali, tra le altre cose, dicevo che mi sembra che la letteratura, quando vale, come nel caso di Dostoevskij, sia più forte di ogni censura e di ogni dittatura.

Cosa potrà raccontarci

sabato 14 Dicembre 2024

 

Uno scrittore con una biografia più avvincente di qualsiasi thriller.

Cosa può raccontarci un italiano della più grande poetessa russa?

[Le prime frasi delle quarte di copertina di Sanguina ancora e Vi avverto che vivo per l’ultima volta nell’edizione russa]

Franco Vazquez

martedì 16 Luglio 2024

Nella traduzione russa di Vi avverto che vivo per l’ultima volta, se sarà pubblicata (dobbiamo ancora decidere sulla questione della censura), ci sarebbe Franco Vazquez, e un gol bellissimo che ha fatto al Monza.

Effettivamente

domenica 30 Giugno 2024

Effettivamente, la censura e la violenza dello stato contro la letteratura e contro la cultura in generale, sono un indice del fatto che la letteratura e la cultura, in generale, fanno paura, allo stato, e quando, qualche giorno fa, dalla casa editrice russa AST mi hanno fatto sapere che avevano quasi finito di tradurre il mio romanzo su Anna Achmatova (Vi avverto che vivo per l’ultima volta. Noi e Anna Achmatova, pubblicato in Italia da Mondadori), ma che, per pubblicarlo, avrebbero dovuto censurarlo, che non era una decisione loro ma che la censura dipendeva delle leggi in vigore in Russia, che loro avevano le mani legate e speravano nella mia comprensione, io, devo dire, sono stato anche contento, un po’.

[Lunedì primo luglio, alle 20, sul mio profilo Instagram, leggo l’articolo sulla censura che è uscito oggi sul Fatto Quodtidiano]

Forse

lunedì 24 Giugno 2024

Pubblicano il Chlebnikov di Ripellino in Italia e Sanguina ancora e (forse) Vi avverto che vivo per l’ultima volta in Russia (clic)

13 giugno – Parma

giovedì 13 Giugno 2024

Giovedì 13 giugno,
alle 18 e 30,
a Parma,
Giardino di Luana,
area esterna CEPDI,
via Stirone, 4,
parliamo di
Vi avverto che vivo per l’ultima volta

Ultimissima

giovedì 13 Giugno 2024

«Non mi è mai piaciuto vedere i miei versi stampati. Mi è sempre sembrata una cosa sconveniente, come se avessi dimenticato sul tavolo una calza o un reggiseno».

[Giovedì 13 giugno, alle 18 e 30, a Parma, Giardino di Luana, area esterna CEPDI, via Stirone, 4, parliamo di Vi avverto che vivo per l’ultima volta]

8 giugno – Villorba

sabato 8 Giugno 2024

Venerdì 8 giugno,
alle 18,
alla libreria Lovat di
Villorba,
alle 18,
Vi avverto che vivo per
l’ultima volta.