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9. Il portiere democristiano
L’editore che era venuto a parlarci al convegno sul nulla che avevamo fatto a Bologna, ci aveva parlato del suo libro che aveva venduto di più nei decenni di pratica sua dell’editoria al comando della sua casa editrice, come si dice.
E ci aveva detto che lui, quand’era giovane, si era innamorato di una ragazza che l’aveva iniziato alla lettura dei classici della sinistra, Marx, Engels, Gramsci, Lukacs e via dicendo, se non ricordo male, che lui aveva letto con cura e debitamente sottolineato.
Solo che, dopo un po’, ma dopo poco, quella ragazza l’aveva lasciato e si era messa con un portiere, nel senso di portiere di calcio, democristiano, nel senso che votava il partito politico della Democrazia Cristiana e faceva anche, probabilmente, attività oratoriale, tipo catechismo e cose del genere (questo me l’immagino io), e anche una moderata attività politica (tipo attacchinaggio e presidenza di seggio nel caso di elezioni politiche in date non in conflitto con gli obblighi del campionato – anche questo me lo immagino io), e con questo portiere democristiano l’ex fidanzata dell’editore nel breve volgere di pochi anni aveva fatto tre figli.
Allora lui, l’editore, aveva fatto un libro che l’aveva intitolato Tutto quello che gli uomini sanno delle donne, che era un libro di centocinquanta pagine circa che i fogli erano tutti bianchi.
Come un quaderno, però con la copertina, la quarta di copertina, i paratesti, la costola, il codice Isbn, il prezzo e tutte le cose che ci sono in un libro vero.
E ne aveva vendute centomila copie, appena il libro era uscito ne aveva ordinate 10.000 copie la CGIL che l’aveva regalato per Natale ai suoi iscritti (per Natale me l’immagino io, forse l’aveva regalato in un’altra occasione).
E lui, dopo averlo ristampato diverse volte, continuavano a riordinarglielo, aveva deciso che basta, non gli piaceva il fatto che il suo libro più venduto fosse un libro dove dentro non c’era scritto niente.