I debiti

domenica 30 Luglio 2023

Anni fa, venni borseggiato, a Roma, su una vettura della linea 60, che, me lo disse un bigliettario, è tra le più popolose di borseggiatori destri e silenziosi. Quel portafoglio conteneva denaro con cui mi proponevo di pagare un debito, il che dimostra che in genere pagare i debiti è attività malsana.

[Giorgio Manganelli, Riga 44, Macerata, Quodlibet 2022, p. 149]

Manganelli

mercoledì 10 Maggio 2023

Bisogna arrivare a parlare di cultura come si parla di figa.

[Giorgio Manganelli, Riga 44, a cura di Andrea Cortellessa e Marco Belpoliti, Macerata, Quodlibet 2022, p. 73]

Esaurito

martedì 18 Gennaio 2022


Fino a poche settimane or sono, il lettore curioso e possessivo che si fosse avventurato in libreria in cerca di una qualche opera di Alberto Savinio non avrebbe trovato assolutamente nulla: «esaurito», come con pio eufemismo si mormora dei matti e di cose irreparabilmente consunte.

[Giorgio Manganelli, Altre concupiscenze, Milano, Adelphi 2022, p. 59]

Scrivi scrivi scrivi

martedì 21 Dicembre 2021

Scrivi scrivi
se soffri adopera il tuo dolore:
prendilo in mano, toccalo,
maneggialo come un mattone,
un martello, un chiodo,
una corda, una lama;
un utensile insomma.
Se sei pazzo, come certamente sei,
usa la tua pazzia: i fantasmi che affollano la tua strada
usali come piume per farne materassi;
o come lenzuoli pregiati
per notti d’amore;
o come bandiere di sterminati
reggimenti di bersaglieri.

[Giorgio Manganelli, Poesie, Milano, Crocetti 2006, p. 184]

Leggete Le veglie

domenica 25 Ottobre 2020

Leggete Le veglie alla fattoria presso Dikan’ka di Gogol’, e scoprirete che la gioia, la gioia infantile e teoretica, la gioia sacra del gioco esige che il mondo sia un duplice palcoscenico, un luogo nel quale si affollano, gomito a gomito, uomini, folletti, diavoli, Satana in persona, ostesse corrive e fanciulle annegate per amore protette da una dannazione inseparabile dalla dolcezza, dalla tenera, sollecita disperazione.

[Giorgio Manganelli, Leggere i russi, in Antologia privata, Macerata, Quodlibet 2015, p. 214]

Costui

martedì 1 Settembre 2020

Giorgio Manganelli, Il rumore sottile della prosa

Un giorno, allora ero liceale, un professore disse: «Quando sarete innamorati, scriverete lettere bellissime». In realtà, chiunque abbia conosciuto innamorati – e capita a tutti – e si ricorda di se stesso amoroso o amorosa, sa benissimo che chi è trafitto d’amore è un personaggio monotono, ripetitivo, dalla aggettivazione scialba e iterativa, affranto dal gravame dei luoghi comuni, emotivamente instabile, solipsista, convinto che l’oggetto del suo amore sia di interesse generale, e più
stupito che irritato se nota una certa tendenza a cambiare discorso nei più cari e pazienti sodali. L’innamorato è socialmente una peste, un diluvio innocente, un farneticante, un ossessivo, e sebbene tutto ciò sia assai nobile e fondamentale dal punto di vista della storia psicologica specifica, non è credibile che costui sia in grado di produrre testi letterari interessanti.

[Giorgio Manganelli, Il rumore sottile della prosa, Milano, Adelphi 2013 (2), pp. 85-86]

Un agosto moscosissimo

domenica 16 Agosto 2020

«S’era nell’agosto, ed in Iscaricabarilopoli, città moscosissima, nessuno aveva mai visto negli agosti precedenti tanta copia di mosche, tal quantità di mosconi, tanti stuoli di moscerini, tali turbe di mosconcini, tal novero di mosconacci, tal moltitudine di mosconcelli, tanta folla di moschette, tanta adunanza di moscini, tanto popolo di moschettine, tanta frequenza di moscherelle, tanto spesseggiare di moscherini, tanto concorso di moschini, tanto esercito di mascolini e tanta folla di mosconi. Scaricabarilopoli era tutta un moscaio. I signori salariavano persone apposta per moscare gli scacciamosche…» Quo fo sosta. La citazione che avete or ora letto è dell’Imbriani, ed è purissimo, schietto Imbriani; quell’Imbriani che, con il Dossi e il Faldella, è tra i massimi stravaganti del nostro Ottocento.

[Giorgio Manganelli, Antologia privata, Macerata, Quodlibet 2015, p. 198]

L’omicida ideale

sabato 9 Maggio 2020

In verità, il filologo ha non poche qualità dell’omicida ideale. Uomo di passioni occulte, di meditazioni clandestine e iniziatiche, di vocazione scontrosa, il filologo aggredisce i suoi testi con quell’odio mescolato ad amore con cui il criminale lavora la sua vittima.

[Giorgio Manganelli, Concupiscenza libraria, Milano, Adelphi 2020, p. 190]

Il furto dell’Universo

mercoledì 22 Aprile 2020

Si era accorto che gli avevano rubato l’universo: clic

Quella parola breve e sonora

martedì 19 Novembre 2019

Naturalmente, doveva succedere; è secondo le sacre e misteriose leggi della natura, e sarebbe stato vano, forse empio, far contrasto. Un uomo pensoso di sé e della galassia, uno studioso delle comete dell’anima, lettore di classici, amante della sintassi, cultore di aggettivi; tradotto, anche, in lingue bizzarramente locali, sussurrate da pochi e nevrotici indigeni; un uomo così fatto sa che la sperduta umanità si rivolgerà a lui come a un saggio, diciamo una roba zen, un po’ sul guru.
Mi si consenta di uscire dal generico, e di inalberare i vessilli del narcisismo. Mi hanno chiesto, a bruciapelo, come usava nell’Iowa, cosa pensavo della morte, che idea avevo dell’aldilà, che cosa pensavo di una certa nave fenicia, e naturalmente della droga, del Foscolo, dell’amore, dell’eros, dell’erotismo, della pornografia, del sesso, dell’eterosessualità, della fotografia, del cinema muto, degli handicappati, degli omosessuali, dell’inferno, della scuola, dei flipper, di Dio, del romanzo, ma un oracolo non ha raggiunto il suo culmine, non è se stesso, se non gli fanno la domanda estrema: «Che cosa ne pensa lei del culo?».
Di questa domanda debbo osservare in primo luogo che è formulata con il “lei”, e dunque deferente, lievemente angosciata, e che include la parola “culo”. A domande così rispondeva in altri tempi il decaduto oracolo di Delfi, o la quercia di Dodona. E appunto così avrebbero parlato gli antichi: non avrebbero detto “parti deretane”, o “natiche”, o “sedere”, o “servizi”, o “didietro, tutte parole svergognatamente senza vergogna, oneste, semplici, leali. No: è quella parola breve e sonora, quel “culo”, che vuole una risposta. Mi dicono che il culo oggi sia in crescita, che la sua dignità venga riconosciuta, che sia di moda. Quando diventerà di moda l’orecchio sinistro? O il mastoide?

[Giorgio Manganelli, Improvvisi per macchina da scrivere, Milano, Leonardo 1989, pp.63-64]