27 settembre – Biella
Mercoledì 27 settembre
alla biblioteca
civica di Biella
alle 18 e 30
A cosa servono i russi,
costa 5 euro

Mercoledì 27 settembre
alla biblioteca
civica di Biella
alle 18 e 30
A cosa servono i russi,
costa 5 euro
Giovedì 28 settembre,
a Torino,
in Torino spiritualità,
alle 21,
al Teatro Gobetti,
leggo da Essendo capace
di intendere e di volere,
di Salvatore de Matteis,
al clarinetto
Mirco Ghirardini.
Giovedì 28 settembre,
sulla 7,
a Piazza Pulita,
vanno in onda
10 minuti di un
documentario
su Pietroburgo
che abbiamo fatto
con Claudio Sforza
e Alessandro Freno.
Venerdì 29 settembre,
a Torino,
per Torino
spiritualità,
al Circolo dei lettori,
alle 21,
La cosa più normale
e la più terribile,
La morte in Lev Tolstoj.
L’altro giorno, mi si avvicina una signora mi chiede Lei è Paolo Nori? Sì, dico io. Io la seguo da tanto di quel tempo, da cinquant’anni, la seguo, mi dice lei. A cinquant’anni avevo dieci anni, le dico io. Ah, mi dice lei.
6 / Parma – Sampdoria
Domenica 24 settembre 2023
Stadio Tardini
Ore 16 e 15
Sono arrivato in ritardo.
Cioè 10 minuti prima dell’inizio.
Di solito arrivo un’ora prima.
Questa volta al mattino dovevo fare una cosa a Faenza, ho preso il primo treno, che era in ritardo, questo periodo prendo solo dei treni in ritardo, sono arrivato che la partita stava per cominciare.
La curva, il posto dove vado io di solito, vicino alla tribuna, non c’era posto, sono andato dall’altra parte, vicino ai distinti, dove c’era posto, ho scoperto anche perché, c’era posto: non si vedeva niente.
Sole negli occhi, non ho visto niente.
Ho intuito che ha fatto gol la Sampdoria, a un certo momento, loro esultavano, e ho visto, la porta vicino a noi, che ci siamo mangiati tre gol da soli davanti al portiere: Circati, Coulibaly e Sohm.
Poi nel secondo tempo ho intuito che se l’è mangiato anche Partipilo.
E ho intuito anche che abbiamo pareggiato: Circati.
E ho intuito che è entrato Mihaila e io, forse l’ho già detto, mi fa venire così il nervoso, Michaila.
Anche quando si vede poco, mi fa venire il nervoso lo stesso.
Gli avrei tirato il casco della bicicletta, se non me l’avessero trattenuto all’ingresso.
E niente.
Non ho visto niente, è inutile che racconti quello che non ho visto.
Però ho intuito il risultato.
Parma Sampdoria: uno a uno.
Mercoledì c’è Parma Bari, alla sera, si vedrebbe bene da qualsiasi parte, solo che non la posso vedere, sono a Biella.
La vedrò al computer in un albergo di Biella.
Un’allegria.
State bene.
Alla Iulm, all’ingresso, c’era un’impiegata che non conoscevo, Insegno russo, le ho detto, mi apre l’aula? Lei mi ha detto di sì, mi ha aperto poi mi ha chiesto Ma lei è russo? No, le ho detto io, sono di Parma.
Nella Morte di Ivan Il’ič, di Lev Tolstoj, Ivan Il’ič a un certo punto arreda l’appartamento che ha comperato, e ci mette «tutto quello che si trova di solito nelle case di quelli che non sono proprio ricchi ma che vogliono assomigliare a dei ricchi e finiscono così per assomigliarsi tra loro: damaschi, ebani, fiori, tappeti e bronzi, tutto scuro e brillante»; nell’appartamento di Ivan Il’ič «c’era tutto quello che le persone di un certo ceto trovano per assomigliare a tutte le persone di un certo ceto. E da lui assomigliava talmente, che era come se non si vedesse niente, ma a lui questo sembrava, in un certo senso, un tratto distintivo».
Ecco.
Ci son dei libri che son scritti così bene, in italiano italiano, damaschi ebani fiori tappeti e bronzi, che è come se non si vedesse niente.
[Oggi ricominciano le lezioni all’università, questa è parte della mia prima lezione agli studenti del primo anno della specialistica]
Matteo Caccia: «Credo il giorno stesso o il giorno dopo, Matteo Bordone, che è un caro amico, mi scrisse dicendo: “È morto Paolo Nori” E io pensai “Ma era così vecchio?” Cioè no, non non credevo fosse così anziano».
[Oggi, a Faenza, vedo Matteo Caccia (parliamo dei russi, poi vado a vedere il Parma, poi, la sera, a Parma, con Silvia Righini, presento Due volte che sono morto)]
E anche due frasi scritte sulla porta dei bagni della biblioteca Salaborsa di Bologna :«Non lavorate mai», che è la traduzione di «Ne travaillez jamais» dei situazionisti francesi, e sotto qualcuno aveva aggiunto: «E chi ci ha mai pensato».
[Oggi, alle 11, al teatro del San Carlo, a Modena, con Alberto Nerazzini, Due volte che sono morto, fotografia di Alessandro Palumbo (dentro al Dig Festival)]
Ero in un bar a Modena, seduto fuori, tra le quattro e le cinque del pomeriggio, è passato uno, ha detto, a un tavolo di persone sedute fuori anche loro: «Lo dico senza alcun intento polemico: io vado a lavorare».
Un uomo libero, quando è sconfitto, non dà la colpa a nessuno.
Iosif Brodskij.
Stasera a Modena
A me piacciono due cose che fanno piangere, la letteratura russa e le partite del Parma. Dopoomani, a Faenza, con Matteo Caccia, parlo della letteratura russa. Dopo corro al Tardini a vedere la partita del Parma.
Ero su un treno Italo, mi sono collegato al loro wifi, dovevo comprare un biglietto di Trenitalia, non me lo faceva comprare. Diceva che il sito aveva dei problemi tecnici o qualcosa del genere. Mi sono scollegato dal wifi di Italo, mi sono collegato col mio telefono, il sito funzionava benissimo, ho fatto 7 biglietti tutti di Trenitalia. Una soddisfazione.