24 aprile – Trani
Sabato 24 aprile,
alle 18 e 30,
sulla pagina Facebook
della libreria Mondadori
di Trani,
parlo con Daniela Contis di
Che dispiacere.
L’incredibile vita di Fëdor
M. Dostoevskij.

Sabato 24 aprile,
alle 18 e 30,
sulla pagina Facebook
della libreria Mondadori
di Trani,
parlo con Daniela Contis di
Che dispiacere.
L’incredibile vita di Fëdor
M. Dostoevskij.
Martedì 27 aprile,
alle 9 e 15,
mi chiamano da Radio Rock
per parlare
di Sanguina ancora
con Emilio Pappagallo.
Prima o poi,
da qualche parte,
a una cert’ora,
ricominceremo
a fare qualcosa
In un’epoca anestetizzata, dove i corpi vengono allontanati anche dalle più piccole fonti di dolore – senza che ciò diminuisca il logoramento e la spossatezza delle nostre vite -, il neofita della maratona ritrova nella contemplazione dello sforzo prolungato un rapporto con se stesso e con il mondo.
[Mauro Covacich, Sulla corsa, Milano, La nave di Teseo 2021, p. 31]
Ogni tanto mi dico «Accidenti, devo finire Sanguina ancora che sono in ritardo con la consegna». Poi mi ricordo che l’ho già consegnato, l’abbiam già lavorato è anche già uscito. Accidenti.
Il miracolo della scrittura di Dostoevskij sta nell’eliminazione della distanza tra il soggetto (il lettore) e l’oggetto (l’autore), in forza della quale risulta il più familiare di tutti gli scrittori contemporanei, e, forse, anche di quelli futuri, di tutti gli scrittori possibili. È una cosa incomparabilmente superiore, più nobile, più enigmatica, più significativa delle sue idee.
Vasilij Rozanov
[Domani, 22 aprile, 18 e 30, sul profilo facebook Filosofia in movimento, Sanguina ancora L’incredibile vita di Fëdor M. Dostoevskij]
E il Parma retrocede, quest’anno, un anno in cui altri pretendono di avere il diritto di non retrocedere mai. Noi ci siamo meritati di andare in serie B e andiamo in serie B, e io tengo per il Parma ancora più di prima, se mai fosse possibile.
E mi piace la sensazione che salta fuori quando hai scritto qualcosa che ti piace e nello stesso tempo pensi «Questa volta l’ho detta grossa».
La libertà è prendersi ciò che si vuole, osare, non cedere, non essere come gli altri ti vogliono… amare qualcuno che non ti ama, per esempio, e amarlo così forte, così bene, che il suo amore non è più importante.
[Stasera, 19 aprile, alle 19, sul mio profilo Instagram parlo con Alessandro Robecchi del suo romanzo Flora]
Sto leggendo un libro in cui si cita Sciascia che si chiede cosa dirigesse la classe dirigente. E si risponde: niente.
Mi segnalano che in Sanguina ancora, a pagina 83, riga 10, c’è scritto: «passando davanti alla stazione di Mosca (quella dove arrivato i treni da Mosca)», invece di «quella dove arrivano i treni da Mosca». Se ci sarà una terza edizione lo correggiamo, altrimenti resta un piccolo Gronchi rosa.
Ma voi, quando vedete delle macchine con la targa con i tre numeri uguali, 000, o 666, o 999, non vi sembra che sia un segno? Non pensate che il mondo voglia dirvi qualcosa? Sono solo io?