26 marzo – Roma
Domenica 26 marzo,
a Roma,
all’auditorium
Parco della Musica,
alle 18,
Spazio risonanze
con Annalisa Cuzzocrea
Vi avverto che vivo per
l’ultima volta.

Domenica 26 marzo,
a Roma,
all’auditorium
Parco della Musica,
alle 18,
Spazio risonanze
con Annalisa Cuzzocrea
Vi avverto che vivo per
l’ultima volta.
Mercoledì 29 marzo,
a Milano,
da Germi,
in via Ciccio Simonetta 14/a,
alle 19,
Vi avverto che
vivo per l’ultima
volta
Giovedì 30 marzo,
a Perugia,
Galleria Nazionale,
Vi avverto che
vivo per l’ultima volta
(seguono dettagli)
Venerdì 31 marzo,
a Siena,
alla Biblioteca
degli Intronati,
Vi avverto che vivo per
l’ultima volta
(seguono dettagli)
Sabato 13 maggio,
a Bologna,
dalle 15 alle 17 e 30,
riunione per lavorare
al numero 8
di Qualcosa
(sui disastri sentimentali,
aperta a tutti)
“Quando stanno morendo i cavalli respirano, / Quando stanno morendo, le erbe si seccano, / Quando stanno morendo, i soli bruciano, / Quando stanno morendo, gli uomini cantano delle canzoni” è la prima poesia di Chlebnikov che ho letto nella mia vita, nella biblioteca Guanda di Parma, nel 1991: io ho un udito discreto, non eccezionale; se avessi un udito eccezionale avrei sentito, nella biblioteca Guanda di Parma, quando ho letto quella poesia lì, il rumore degli scambi della mia vita che mi destinavano a un’altra direzione, e mi sembra sembra adesso, sono passati più di trent’anni, di essere stato così fortunato (nell’immagine, Chlebnikov in un autoritratto).
Anna Achmatova in Italia, è conosciuta tra gli appassionati di poesia, ma non è conosciutissima, tra i lettori, come dire, comuni (ammesso che esistano, dei lettori comuni).
Nel senso che non è Tolstoj, non è Dostoevskij, ma non è nemmeno Puškin, Gogol’, Turgenev o Bulgakov.
È meno conosciuta.
Quando ho cominciato a scrivere questo libro, una mia amica mi ha chiesto «Di chi era moglie, l’Achmatova?».
Che è una domanda che mi ricorda quando ero piccolo, a Basilicanova, il paese di mio nonno, che quando un abitante di Basilicanova mi trovava per strada veniva da me mi chiedeva «Di chi sei, te?».
Che era una domanda che mi lasciava interdetto perché mi sembrava di non essere di nessuno.
E l’Achmatova, molto di più, mi sembra che non fosse moglie di nessuno.
Cioè è stata, moglie di qualcuno, ma non era lei, a essere la moglie di quelli lì: erano loro, che erano i mariti dell’Achmatova.
[Domani, a Roma, con Annalisa Cuzzocrea, a Libri come, Vi avverto che vivo per l’ultima volta, immagine di Kuzma Petrov-Vodkin]
Stasera, alle 21, al cinema Astra di Misano Adriatico, racconto, tra l’altro, la cosa più intelligente che ho fatto in Russia.
[Fotografia di @claudiosforza_photography]
Alle studentesse e agli studenti che hanno discusso e discutono (oggi) la tesi con me, sono grato anche perché nessuno, fino a adesso, ha mai usato Power Point. Che bravi.
Per me è molto più piacevole / Guardare le stelle / Che firmare una condanna a morte. / Per me è molto più piacevole / Ascoltare la voce dei fiori / Che sussurrano «È lui» / Chinando la testolina / Quando attraverso il giardino, / Che vedere gli scuri fucili della guardia / Uccidere quelli / Che vogliono uccidere me. / Ecco perché io non sarò mai, / E poi mai, / Un governante.
Velimir Chlebnikov
[La libertà, Primo episodio, oggi ultima replica, è stato bellissimo, per me]
Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.
Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.
Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.
Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.
[Angelo Maria Ripellino, Poesie. 1952-1978, Torino, Einaudi 1990, p. 21]
Una volta hanno chiamato Danja dal NKVD . Non ricordo se è stato convocato o se sono venuti a prenderlo. Era terrorizzato. Pensava che sarebbe stato arrestato e portato via.
Ma è tornato poco dopo, dicendo che lì gli avevano chiesto come faceva i giochi di prestigio con le palline.
E aveva detto che non era riuscito a farli per la paura, gli tremavano le mani.
Quindi forse l’avevano chiamato per pura curiosità.
Veramente, la Madre Russia è incomprensibile!
[Vladimir Glocer, Marina Durnovo, Mio marito Daniil Charms, traduzione di Lucia Cervellino, Milano, Utet 2023, esce oggi]
Domani sera al TeatroDue di Parma c’è l’ultima replica della Libertà primo episodio. Ieri, alla fine della penultima, ho lasciato il minutario in scena, dei vestiti in albergo, la borsa di tela Da Pietroburgo con apatia e indifferenza sotto la sedia dove mi sono seduto a firmare le copie. Son stato bravo (sul legno, non si legge bene, c’è scritto Non so che scrivere).
Siamo fatti della sostanza di cui sono fatti i soldi.
Alessandro Robecchi, Cinque blues per la banda Monterossi, Palermo, Sellerio 2023, p. 15 (oggi, alle 18 e 30, alla Feltrinelli di piazza Piemonte, a Milano)
Poco, mi serve, Una crosta di pane, Un ditale di latte, E questo cielo, E queste nuvole.
[Mi è piaciuta molto la presentazione che abbiamo fatto, con Matteo Caccia, al Cinema Passerotti di Peccioli, dentro Pensavo Peccioli]