Banane

martedì 8 Novembre 2022

Dei mondiali del 1970 non ho visto neanche una partita ma me li ricordo benissimo, e la prima cosa che mi ricordo, sembra che non c’entri niente, è il fatto che in Russia, per qualche decennio, tra prima guerra mondiale, rivoluzione e guerra civile, era stato impossibile fare arrivare delle banane.
C’eran bambini che facevano le elementari, che non avevano mai mangiato, né mai visto, una banana, e che credevano che i loro fratelli maggiori, quando parlavano loro di quel frutto così strano, giallo, a mezzaluna, dolcissimo, con quel nome che sembrava finto si fossero messi d’accordo per raccontare una balla.
Quella generazione di bambini russi, quando sentiva raccontare una balla, diceva che era una banana.
«Non dire banane!», dicevano.

[Inizio di un pezzo che forse esce tra qualche giorno sul Foglio, e forse, tra un paio d’anni, finisco un romanzo che si intitola L’amore è una banana, ma forse no]

Litigare

venerdì 5 Agosto 2022

La prima volta che ho visto Pennacchi, a Bologna, a una presentazione di un numero di Limes, lui ha litigato con uno scrittore che era sul palco con lui. Gli piaceva, litigare. In Camerata Neandertal ha scritto «Non mi diverto a scrivere. Mi diverto a leggere e studiare, e soprattutto a andare in giro per Latina a litigare con quelli che incontro».

[Oggi sul Foglio c’è un pezzetto su Antonio Pennacchi]

A San Siro

giovedì 21 Aprile 2022

«Qui ciascun sugli allora riposa / Io perfino che allori non ho / Ogni fiore si sente un po’ rosa / Ogni fiume si sente un po’ Po».

Ernesto Ragazzoni

Giovedì 28 aprile, a Milano, allo stadio Giuseppe Meazza, sala Executive, ingresso 7, entrata libera, (dalle 9 e 30 alle 18, io ci sono alle 14, registrazione obbligatoria, sansiro@ilfoglio.it) parlo, per 10 minuti, della stagione del Parma Calcio 1913.

Povero Brunetta

martedì 19 Aprile 2022

Dopo contro il Brescia, Brunetta ha un’occasione in contropiede, la può passare a Tutino che è da solo a porta vuota ma tira lui e manca la porta di tre-quattro metri. Non tantissimo. Se uno considera che il campo è lungo più di cento metri, non ha sbagliato di tanto. (Ovvero, povero Brunetta, l’ultimo pezzo sul Parma di questo campionato).

Clic

Edinaja Rossija

domenica 3 Aprile 2022

Si dice: lo zar di tutte le Russie, che sono poi tre: la grande Russia, la piccola Russia (l’Ucraina), la Russia bianca (Bielorussia). Il nome del partito di Putin, Edinaja Rossija (Russia Unita, o Un’unica Russia) potrebbe essere inteso come un programma politico. È stato fondato nel 2001. Domani, su Foglio, intervisto Alessandro Cifariello, che insegna lingua e letteratura russa all’università della Tuscia.

E noi?

lunedì 21 Marzo 2022

All’inizio Blok dice: «Ci sono tetri nomi d’imperatori, di condottieri, di inventori di strumenti di morte, di torturatori e torturati. E, accanto ai loro, un nome lieve: Puškin». E, più avanti, dice «Non fu affatto la pallottola di D’Anthès a ucciderlo. L’ha ucciso la mancanza d’aria». I presenti raccontano che, a sentire quel discorso memorabile, si era reduci dagli anni terribili del comunismo di guerra, e stavano per arrivare gli anni terribili delle purghe staliniane, i presenti si chiesero «E noi? Moriremo per mancanza d’aria?».

[Domani, sul Foglio, un pezzo sull’idea che in Italia abbiamo della Russia]

Se così si può dire

domenica 13 Marzo 2022

a me dispiaceva tanto per quel ragazzo americano che aveva avuto la sfortuna di nascere negli Stati Uniti d’America, e pensavo che culo, se così si può dire, che ho avuto, a nascere nel paese migliore del mondo, l’Unione Sovietica.

[Domani, sul Foglio, traduco e riassumo una lunga intervista che Jurij Dud’ ha fatto a Boris Akunin]

Mi dispiace

lunedì 7 Marzo 2022

Mi dispiace, avrei detto, ma l’Unione Sovietica era un posto bellissimo, che era così grigio, così povero, così misero, così fatto a mano che scintillava di bellezza, di dolore, di amore, di solidarietà, mi dispiace ma a me era sembrato così.

Domani sul Foglio un pezzo lungo

In ucraino e in russo

giovedì 3 Marzo 2022

Ma questo numero di Novaja Gazeta lo pubblichiamo in edizione bilingue: in ucraino e in russo. Perché per noi l’Ucraina non è un nemico, e la lingua ucraina non è la lingua del nemico. E non lo saranno mai. Infine: solo un movimento globale contro la guerra può salvare la vita sul nostro pianeta”:clic

Non comprendere niente

lunedì 28 Febbraio 2022

E ho detto che io, questa cosa che era successa, che da Mosca partissero dei missili diretti a Kiev o a Odessa non la capivo, perché io Kiev la conoscevo dalla letteratura russa, e sapevo, dalla letteratura russa, che il Dnepr è così grande che le aquile che lo vogliono attraversare quando arrivano a metà tornano indietro, e Odessa, la scalinata, la conoscevo dal cinema russo e non capivo come i russi potessero bombardare quelle città delle quali mi avevano fatto innamorare, e che l’unica cosa che sapevo era che mi veniva da piangere. Clic