1 dicembre – Instagram
Martedi 1 dicembre,
alle 19,
sul mio profilo Instagram,
parlo di Dostoevskij e Tolstoj,
o di Tolstoj e Dostoevskij
Martedi 1 dicembre,
alle 19,
sul mio profilo Instagram,
parlo di Dostoevskij e Tolstoj,
o di Tolstoj e Dostoevskij
Tolstoj una volta ha scritto: «Nonostante l’orrenda scrittura, in Dostoevskij si trovano pagine straordinarie».
[Martedì 1 dicembre, alle 19, sul mio profilo Instagram, parlo di Dostoevskij e Tolstoj, o di Tolstoj e Dostoevskij]
Giovedì 26 novembre,
alle 19,
su http://instagram.com/paolo.nori/
parlo della nuova edizione di
Chadži-Murat, di Lev Tolstoj.
Tolstoj tentò più volte di pregare, di costruirsi un dio migliore, non da preti. La vera preghiera di Tolstoj è il manoscritto di Chadži-Murat. Le sue pagine, le sue correzioni, rappresentano il contributo di un uomo al servizio dell’ideale, della libertà, della resistenza.
Viktor Šklovskij
[Domani esce la nuova edizione di Chadži-Murat e, alle 19, ne parlo su www.instagram.com/paolo.nori/ e dico anche due o tre cose che mi sono scordato ieri]
Fra le grandi opere di Tolstoj ce n’è una grandissima.
Chadži-Murat.
Viktor Šklovskij
(Il 26 novembre esce la nuova edizione di Chadži-Murat. Si può preordinare qui: clic).
Anima, ingombra di sciocchezze.
[Venedikt Erofeev, Bespoleznoe iskopaemoe, Moskva, Vagrius 2001, p. 137]
Evidentemente sul cespuglio era passata la ruota di un carro, e solo dopo si era rialzato, e perciò era un po’ di traverso, tuttavia dritto. Come se gli avessero strappato una parte del corpo, rivoltato le interiora, staccato un braccio, cavato gli occhi. Ma lui stava dritto, e non si arrendeva all’uomo che, intorno a lui, aveva distrutto tutti i suoi fratelli.
“Che energia!” pensai. “L’uomo l’ha avuta vinta su tutto, ha distrutto milioni di piante, e questo ancora non si arrende.”
[In novembre esce per Garzanti la nuova edizione della mia traduzione di Chadži-Murat, di Lev Tolstoj]
Il cespuglio di ‘tartari’ era composto da tre getti. Uno era strappato e quel che restava del gambo spiccava come un braccio amputato. Gli altri due erano in fiore. Questi fiori erano stati rossi, adesso ormai eran neri. Evidentemente sul cespuglio era passata la ruota di un carro, e solo dopo si era rialzato, e perciò era un po’ di traverso, tuttavia dritto. Come se gli avessero strappato una parte del corpo, rivoltato le interiora, staccato un braccio, cavato gli occhi. Ma lui stava dritto, e non si arrendeva all’uomo che, intorno a lui, aveva distrutto tutti i suoi fratelli. “Che energia!” pensai. “L’uomo l’ha avuta vinta su tutto, ha distrutto milioni di piante, e questo ancora non si arrende.” E mi tornò in mente un’antica storia caucasica, che in parte ho vissuto, in parte ho sentito raccontare da testimoni oculari e in parte mi sono immaginato. Una storia così come si è formata nel mio ricordo e nella mia immaginazione, eccola qui.
[A novembre, per Garzanti, torna in libreria l’edizione di Chadži-Murat, di Tolstoj, che ho tradotto io (illustrazione di A. P. Safonov)]
Tolstoj Diceva: «Nonostante l’orrenda scrittura, in Dostoevskij si trovano pagine straordinarie».
[Serena Vitale, Nota al testo, in Fedor Dostoevskij, La mite, Milano, Adelphi 2018, p. 100]
Nicola era convinto che tutti rubassero. Sapeva che adesso si sarebbero dovuti punire gli impiegati dell’intendenza, e decise di degradarli tutti a soldato semplice, ma sapeva anche che ciò non avrebbe impedito a coloro che avrebbero occupato i posti resisi liberi, di fare lo stesso. La peculiarità degli impiegati consisteva nel fatto che rubavano, la sua peculiarità consisteva nel fatto che li puniva, e, benché la cosa lo annoiasse, assolveva a questo compito coscienziosamente.
– Evidentemente, da noi, c’è un unico uomo onesto – disse.
Černyšëv capì immediatamente che questo unico uomo onesto in Russia era Nicola stesso, e sorrise approvando.
— Dev’essere così, Sua Maestà, — disse.
[Firmato oggi il contratto per una nuova edizione di Chadži-Murat per Garzanti (illustrazione di A. P. Safonov)]