Ma guarda

martedì 4 Giugno 2013

Ecco. Anche oggi mi sono svegliato.

Il mio letto

lunedì 3 Giugno 2013

Io, da ragazzo, cioè ragazzo, avevo 22-23 anni, ho lavorato un anno e mezzo in Algeria, e quando tornavo dall’Algeria, stavo via quattro mesi, ecco io, star via quattro mesi avere intorno una lingua che non era la mia, era come se, in quei quattro mesi lì, non dormissi mai bene, il fatto che non capivo quel che dicevano intorno a me produceva una specie di irritazione nervosa che era come se non mi facesse dormire che io, mi ricordo, quando tornavo in Italia, ma fin dall’aeroporto, io avevo l’impressione di coricarmi sull’Italiano e, quando arrivavo a Parma, sulla variante parmigiana dell’italiano che era veramente il mio letto, se così si può dire.

Degli apostrofi

domenica 2 Giugno 2013

Nella stanza del mio albergo di Tallinn c’era un quadro che rappresentava, se non sbaglio, un apostrofo, grosso, ed era dipinto su una carta che mi sembrava molto bella, spessa, pregiata, e non so perché, ma mi è venuto da pensare al pittore che l’aveva fatto, quel quadro lì, che non mi piaceva moltissimo ma si vedeva che era una cosa fatta con cura, e secondo me al pittore che l’aveva fatto gli doveva piacere, magari ci si era affezionato, uno si affeziona alle cose che fa, e mi sono chiesto cosa poteva fare se per caso gli veniva voglia di vederlo, il suo apostrofo, gli sarà dispiaciuto, il suo quadro, saperlo dentro una stanza d’albergo con degli sconosciuti che magari degli apostrofi non gli interessa niente.

La luce naturale

sabato 1 Giugno 2013

L’altro giorno sono andato in un posto che è un circolo Arci che si chiama Fuori Orario, e è a Taneto di Gattatico, tra Parma e Reggio Emilia, e c’era un dibattito che si intitolava «Il colore del futuro è verde», e era dentro la festa nazionale dei comuni virtuosi, e ci partecipavano dei politici e degli imprenditori e dei giornalisti nuovi che rappresentavano un nuovo modo di fare politica, imprenditoria e giornalismo. E all’inizio hanno detto che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Poi hanno detto che ci vuole una visione strategica nella gestione della questione dei rifiuti. Poi hanno detto che bisognava mettere al centro del dibattito nazionale e locale un tema. Poi hanno detto che c’era un’Italia diversa. Dopo hanno detto che la luce naturale aiuta il benessere abitativo. Poi hanno chiesto «Qual è il problema dell’Italia?». Poi hanno detto che loro affrontavano la sfida. Poi hanno detto «Attivo, proattivo e inserito nel territorio». Poi hanno detto «Come anche i terremoti». «Ne vedremo delle belle», hanno detto poi dopo. Poi uno ha detto «Raschiare il fondo del barile». Poi, lo stesso, ha detto «Lanciare il sasso nello stagno». Poi hanno rivelato che uno di Capannori ha vinto il premio Nobel alternativo sull’ambiente. Poi hanno dato la parola a uno che ha detto «Ho sentito delle cose che tante volte mettono l’angoscia in quello che possiamo fare». Questo qua si chiamava Federico Pizzarotti e di mestiere faceva il sindaco di Parma. Che poi, sempre lui, ha parlato della famosa “Lentezza al cambiamento”. E che non si può demandare alla politica, ha detto. E dopo non so più cosa hanno detto perché io, lo confesso, sono uscito prima che finisse. E dentro di me, intanto che uscivo mi chiedevo «Ma i comuni virtuosi, ma chi è che decide che sono virtuosi?».

[uscito ieri su Libero]

Ma perché?

giovedì 30 Maggio 2013

Ma quelli che son nel PD e che vincono le elezioni e che dicon che loro, le elezioni, le hanno vinte nonostante il PD, ma perché non escono, dal PD?

Dài

mercoledì 29 Maggio 2013

Non so se si capisce quello che dico, ma quelli a cui non piacciono le cose che scrivo, quelli che proprio non capiscono quello che sto dicendo, ecco, a me, quelli lì, mi mettono di buon umore.

Pazienza

mercoledì 29 Maggio 2013

Nel film di Fellini La voce della luna, se non mi ricordo male, a un certo punto Paolo Villaggio va a dormire in una casa vecchia, dove non ha mai dormito, entra nella stanza da letto, si spoglia, si mette sotto le coperte e chiude gli occhi, poi li riapre di colpo e vede, sedute ai piedi del letto, quattro persone che lo guardano fisso. Io, quand’ero in ospedale, due mesi fa, la sensazione che avevo quando bisognava andare a dormire era quella lì; era come se ci fosse sempre qualcuno che mi guardava fisso dai piedi del letto e dormire era un po’ complicato e adesso, a casa mia, in questi giorni, stanno montando un ponteggio contro la facciata delle casa sulla quale dà la finestra della stanza dove lavoro, e la sensazione che ho è quella lì, che qualcuno continuamente mi guardi in casa mentre lavoro e lavorare è un po’ complicato, pazienza.

La prima reazione

lunedì 27 Maggio 2013

Non so perché, quando vedo dei turisti a Bologna, come oggi, o a Parma, come ieri, la mia prima reazione è pensare “Ma che cazzo ci fanno dei turisti a Bologna, o a Parma?”.

Volevo finire con due cose

venerdì 24 Maggio 2013

E niente, volevo finire con due cose, la prima, che esser nato a Parma, nel ventesimo secolo, secondo me, adesso non dico che sia una fortuna, ma poteva andar peggio. Pensa per esempio se uno nasceva negli Stati Uniti d’America, pensa che responsabilità. La seconda, forse è meglio che la dico nel prossimo capitolo.

[Da Mo mama, Parma ai tempi del movimento cinque stelle]

Un fantasioso

venerdì 17 Maggio 2013

Una notte, nel mese di gennaio del 2013, una domenica notte, ero appena andato a letto, leggevo, stavo per addormentarmi, a un certo punto un personaggio, nel libro che stavo leggendo, avevo preso in mano un fantasioso.
“Un fantasioso?”, mi ero chiesto, e avevo riletto, mi ero accorto che era un fazzoletto. Allora niente. Mi ero segnato, su un quaderno «fantasioso», avevo spento la luce, mi ero addormentato.

[Da Mo mama (Parma ai tempi del Movimento 5 stelle), in preparazione]