Degli apostrofi

domenica 2 Giugno 2013

Nella stanza del mio albergo di Tallinn c’era un quadro che rappresentava, se non sbaglio, un apostrofo, grosso, ed era dipinto su una carta che mi sembrava molto bella, spessa, pregiata, e non so perché, ma mi è venuto da pensare al pittore che l’aveva fatto, quel quadro lì, che non mi piaceva moltissimo ma si vedeva che era una cosa fatta con cura, e secondo me al pittore che l’aveva fatto gli doveva piacere, magari ci si era affezionato, uno si affeziona alle cose che fa, e mi sono chiesto cosa poteva fare se per caso gli veniva voglia di vederlo, il suo apostrofo, gli sarà dispiaciuto, il suo quadro, saperlo dentro una stanza d’albergo con degli sconosciuti che magari degli apostrofi non gli interessa niente.