Costui

martedì 1 Settembre 2020

Giorgio Manganelli, Il rumore sottile della prosa

Un giorno, allora ero liceale, un professore disse: «Quando sarete innamorati, scriverete lettere bellissime». In realtà, chiunque abbia conosciuto innamorati – e capita a tutti – e si ricorda di se stesso amoroso o amorosa, sa benissimo che chi è trafitto d’amore è un personaggio monotono, ripetitivo, dalla aggettivazione scialba e iterativa, affranto dal gravame dei luoghi comuni, emotivamente instabile, solipsista, convinto che l’oggetto del suo amore sia di interesse generale, e più
stupito che irritato se nota una certa tendenza a cambiare discorso nei più cari e pazienti sodali. L’innamorato è socialmente una peste, un diluvio innocente, un farneticante, un ossessivo, e sebbene tutto ciò sia assai nobile e fondamentale dal punto di vista della storia psicologica specifica, non è credibile che costui sia in grado di produrre testi letterari interessanti.

[Giorgio Manganelli, Il rumore sottile della prosa, Milano, Adelphi 2013 (2), pp. 85-86]