Come la scimmia

giovedì 26 Gennaio 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Osip Maldel’štam pascolava per la casa come una pecora, errava per le stanze come Omero. Nella conversazione era straordinariamente intelligente. Il defunto Chlebnikov lo chiamava «mosca di marmo». La Achmatova dice che è un poeta grandissimo. Madel’štam amava istericamente i dolciumi, pur vivendo in condizioni estremamente difficili, senza scarpe, nel gelo, riuscì a restare un bambino viziato. La sua estrosità da donna e la sua superficialità da uccellino non erano privi di logica. La sua era la vera natura da artista, e un artista mente per rimanere libero nella sua unica attività; è come la scimmia che, a detto degli indiani, non parla unicamente per paura di essere costretta a lavorare.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 267]

Dicevano

sabato 5 Novembre 2016

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Dicevano – e chi lo diceva non era malato di mente – che gli inglesi avevano già sbarcato a Bakù un branco di scimmie, istruite in tutte le regole militari. Dicevano che su queste scimmie la propaganda bolscevica non aveva alcun effetto, andavano all’attacco senza la minima paura e avrebbero sconfitto i bolscevichi. Indicavano la statura delle scimmie tenendo la mano a un metro da terra e dicevano che quando la scimmia era stata uccisa, durante la presa di Bakù, era stata seppellita a suon di marce militari scozzesi, e gli scozzesi piangevano, perché erano loro gli istruttori della legione di scimmie.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olosufieva, Milano, SE 1991, p. 181]

Coscienze

lunedì 1 Agosto 2016

imgres

Io non so cosa sia la coscienza d’uno sciocco, ma quella di un uomo intelligente è piena di sciocchezze.

[Paul Valéry, Monsieur Teste, traduzione di Libero Solaroli, SE, Milano 1988, p. 47]

Ne ho scritti tanti

lunedì 29 Febbraio 2016

Šklovskij, Viaggio sentimentale

È difficile dire in poche parole cosa intenda fare nel futuro: più che altro cercherò di chiarirlo a me stesso. Forse desidererei, in fondo è umano e comprensibile, che venisse l’ora di «togliere l’incomodo»; non che mi senta poi tanto vecchio, ho soltanto settantatré anni, ma sento difficoltà a scrivere un libro quando vorrei farlo. Del resto ogni nuovo libro – e ne ho scritti tanti – in principio sembra sempre impossibile, sembra sempre superare le tue forze.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 19]

Quello che per il torero è il corno del toro

lunedì 25 Gennaio 2016

Michel Leiris, La letteratura considerata come tauromachia, in Età d'uomo

Lo tormentava un problema, che non gli lasciava tranquilla la coscienza e gli impediva di scrivere: forse ciò che avviene nel campo letterario è senza valore se rimane “estetico”, anodino, esente da sanzioni, se non c’è nulla, nello scrivere un’opera, di equivalente a quello che per il torero è il corno aguzzo del toro (e qui ricorre una delle immagini più care all’autore). In realtà soltanto questo, per la minaccia materiale che rappresenta, conferisce un valore umano alla tauromachia, le impedisce d’essere unicamente grazie vane da ballerini. Mettere a nudo certe ossessioni di ordine sentimentale o sessuale, confessare pubblicamente certe deficienze o vigliaccherie che più gli fanno vergogna: questo fu per l’autore il mezzo per introdurre sia pur l’ombra di un corno di torno nell’opera letteraria, un mezzo di certo grossolano, che ora egli passa agli altri sperando di vederlo perfezionato.

[Michel Leiris, La letteratura considerata come tauromachia, in Età d’uomo, a cura di Andrea Zanzotto, Milano, SE 2003, p. 12]

Una descrizione di Šklovskij

giovedì 31 Dicembre 2015

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Mi vidi arrivare allora un inviato da parte di Grigorij Semjonov. Con questo tizio m’ero incontrato anche prima, a Smol’nyj: piccolo di statura, con una giubba e un paio di brache che lo mettono in evidente disagio, la fronte alquanto sfuggente, il naso piccolo, gli occhiali. Parla con voce da soprano, giudiziosamente, con timbro che persuade. Ha il labbro superiore corto. È insomma un tipo ottuso, tagliato per la politica. Non sa parlare; è capace di vederti con una donna e chiedere se è la tua innamorata, ma senza vivacità, con un che di burocratico, «pregasi accusar ricevuta dell’allegato…» Non so se ho reso l’idea, altrimenti potete andarci a parlare di persona. In bocca sua, queste frasi non infastidiscono.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 162]