Al piano inferiore

martedì 2 Maggio 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Sono colpevole di una cosa sola di fronte alla rivoluzione: spaccavo la legna in camera e questo fa crollare pezzi di intonaco al piano inferiore. Avevo ancora forza sufficiente per spaccare legna in casa di amici, sistemare stufe, aiutare giovani poeti a editare libri, rendendomi garante in tipografia. Mi stancavo moltissimo. Dormivo di giorno sul divano, coprendomi con la tigre. A volte soffrivo di non avere tempo sufficiente per lavorare, scrivevo i libri frettolosamente il tempo non bastava a studiare seriamente. Dicevo più di quanto scrivessi.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 197]

Sulle donne

domenica 30 Aprile 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Devo dire che la frase meno cinica sulle donne che abbia sentito nell’esercito fu questa: «Senza una femmina, anche se il mangiare è buono, ti manca sempre qualcosa».

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 197]

Due mestieri

giovedì 27 Aprile 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Naturalmente non rimpiango d’aver baciato e mangiato e veduto il sole; mi rincresce d’essermi avvicinato e aver voluto dirigere un po’ il corso delle cose, mentre tutto ha seguito un itinerario stabilito in precedenza. Rimpiango di aver combattuto in Galizia, d’essermi dato da fare con le autoblinde a Pietoburgo, d’essermi battuto sul Dnepr. Non ho cambiato un bel nulla. Adesso, seduto alla finestra, guardo la primavera che mi oltrepassa e stabilisce il tempo che farà domani senza minimamente consultarmi, senza bisogno del mio permesso, forse perché non sono di qui; e penso che in questo modo avrei dovuto lasciarmi scorrere accanto la rivoluzione. Quando si piomba giù come macigni non bisogna pensare; e se si pensa, non bisogna cadere. Ho confuso due mestieri.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 162]

Sulla guerra

mercoledì 26 Aprile 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

È molto difficile scrivere sulla guerra. Di tutto quanto ho letto e giudicato verosimile, posso menzionare solamente le descrizioni di Waterloo di Stendhal e le scene di battaglia di Tolstoj.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 86]

Un esempio

mercoledì 19 Aprile 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Dopo di lui parlò Anardovič. Il suo discorso era saturo di buona fede. Innaffiatosi fino al midollo delle ossa dell’alcool del soviet, era, beato lui, del tutto all’oscuro della gravità e della complessità della nostra situazione. Le sue convinzioni lo rendevano semplice e persuasivo. Durante un’ora di discorso non tralasciò nessuno dei luoghi comuni dei discorsi sovietici. La rivoluzione aveva impresso il proprio marchio sul suo animo. Sembrava un cristiano praticante.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 131]

Come frutta

sabato 15 Aprile 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Uomini si ammucchiavano sui tetti dei vagoni come frutta in ceste ornamentali.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 47]

Non la storia

mercoledì 12 Aprile 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Non voglio spacciarmi per più intelligente di quello che sono e dirò semplicemente quello che penso.
Sarebbe bene se fossimo meno furbi e lungimiranti in politica. Se invece di cercare di fare la storia, cercassimo semplicemente di essere responsabili per i singoli eventi che la compongono, forse non ci renderemmo ridicoli.
Non la storia si deve fare, ma una biografia.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 131]

La maggioranza

domenica 12 Marzo 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

La maggioranza approfittava della rivoluzione come di una vacanza inaspettata.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 40]

L’inglese dello zio di Šklovskij

giovedì 9 Marzo 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Era giornalista e geografo, scriveva su Russkoe Bogatstvo sotto lo pseudonimo di Dioneo: era segretario della Società Geografica russa. I suoi libri sono tradotti in molte lingue, il più noto è Nell’estremo Nord-Est dell’Asia. Dirò due parole su di lui per dare un’idea del tipo di famiglia da cui provengo e di certi tratti di costume e della mentalità di allora. Dopo uno sfortunato tentativo terroristico dei tardi populisti, fu esiliato a Kòlyma, in una zona del tutto selvaggia. Aveva il diritto di spostarsi come voleva, purché restasse nel settentrione. Imparò la lingua degli Jukaghiri e quella dei Ciuckci, si recò all’estremo nord della regione consentita, raggiungendo località nelle quali i russi erano affatto ignorati: ci si ricordava solo di aver veduto una volta, tanto tempo prima, un uomo con i bottoni lustri che aveva gridato qualcosa in una lingua incomprensibile – evidentemente era un sergente della polizia rurale. Ed ecco che proprio questo stesso Isaak Šklovskij, sempre con la pelliccia addosso, in mezzo al gelo perenne, vivendo in capanne nelle quali il fumo esce direttamente verso il cielo da un buco e dove il fuoco non viene mai spento, si lesse tutto Shakespeare e si imparò l’inglese. In seguito, prosciolto, venne inviato dal suo giornale a Londra, con il ruolo di corrispondente. Ma a Londra risultò parlare una lingua ignota a tutti, sebbene fosse in grado di leggere qualsiasi cosa. Imparò poi l’inglese degli inglesi, ma a voce preferì sempre spiegarsi in francese.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 12]

La rivoluzione

domenica 5 Febbraio 2017

Šklovskij, Viaggio sentimentale

È difficile scrivere in che cosa l’anno 1921 differisce dal 1919 e dal 1918. Nei primi anni della rivoluzione non ci furono giorni feriali, o meglio lo furono le bufere. Non esiste uomo di una certa levatura che non abbia vissuto un periodo di fede nella rivoluzione. In certi momenti veniva fatto di credere ai bolscevichi. La Germania, l’Inghilterra sarebbero crollate, l’aratro avrebbe spazzato via i confini, inutili per tutti, il cielo si sarebbe arrotolato come una pergamena.

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 270]