La più astratta e premeditata città del globo terrestre

martedì 27 Ottobre 2015

san_pietroburgo_cattedrale

In questo viaggio a San Pietroburgo (clic), la più astratta e premeditata città del globo terrestre, secondo una celebre definizione di Dostoevskij, proveremo a raccontare San Pietroburgo attraverso i suoi scrittori; se si apre un qualsiasi manuale di Storia russa, si vede che gli scrittori russi, Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj, Lermontov, Turgenev, l’Achmatova, Esenin, Bulgakov, Gor’kij, Brodskij, Eren’burg, hanno avuto un’importanza, nella storia a loro contemporanea, inimmaginabile, fuori dalla Russia. I primi dell’ottocento, per esempio, non vengono ricordati come l’epoca dello zar Nicola, ma come l’epoca del poeta Aleksandr Puškin. Una guida americana di San Pietroburgo comincia dicendo che, in Russia, un poeta ha la stessa fama che in America ha un giocatore di baseball. Questa cosa, chissà come mai, continua fino a oggi, se si considera che, in questi ultimi anni, uno dei principali avversari del potere, in Russia, è stato Limonov, lo strano scrittore di cui ha parlato Carrère in un celebre libro. Ecco, noi proveremo a seguire le tracce che Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Achmatova, Brodskij, Charms e Chlebnikov hanno lasciato in questa astratta, premeditata e stupefacente città.

Un bambino piccolo

mercoledì 7 Gennaio 2015

Solomon Vólkov, San Pietroburgo

Al palazzo d’Inverno, ribattezzato dall’astuto Lunačarskij Palazzo delle arti, di fronte a un pubblico di settemila persone fu eseguito il Requiem di Mozart. Molti ascoltavano per la prima volta la musica classica e, come ricordava Lunačarskij, un bambino piccolo in prima fila, pensando di essere in chiesa, si inginocchiò e rimase così per tutto il concerto.

[Solomon Vólkov, San Pietroburgo, traduzione di Bruno Osimo, Milano, Mondadori 1998, p. 216]

Dopo la rivolta del 1825

domenica 8 Aprile 2012

Nicola e il suo entourage furono presi dal panico e temettero il peggio. L’imperatrice, di ritorno da una passeggiata, si rallegrava del fatto che i pietroburghesi continuassero a togliersi il capello davanti a lei. «Si inchinano! Si inchinano!» ripeteva deliziata.

[Solomon Volkov, San Pietroburgo, traduzione di Bruno Osimo, Milano, Mondadori 1998, p. 55]

L’altra notte

venerdì 18 Giugno 2010

A San Pietroburgo, quando si sono alzati i ponti, è successa questa cosa qui.

[mandata da Tim Kostin]

Roma

lunedì 8 Dicembre 2008

Roma è un posto che io, non lo so, è tutto diverso, dai posti a cui sono abituato, che sono, in sostanza, una piccola città del nord (Parma), una grande città del nord (Bologna), e San Pietroburgo e Basilicanova.
Non so, Roma è un posto che io, se uno volesse nascondersi, Roma è l’ultimo posto, nel quale nascondersi. Perché Roma sei lì, sei nel mezzo. Vuoi mettere San Pietroburgo. Chi ti viene a cercare, a San Pietroburgo? Invece a Roma sei lì, sei esposto a tutto, tira anche del vento, dal mattino alla sera. Non può andare bene.
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Bpn/Spb

venerdì 31 Ottobre 2008

Prima, sempre ieri, al mattino, quando sono uscito, a Borgo Panigale, tirava un vento e c’era un cielo così limpido che, attraversando la strada, ma è stato un attimo, mi è sembrato di essere sull’isola Vasil’evskij di San Pietroburgo.