Società

lunedì 10 Settembre 2012

I volontari, al festival di Mantova, sono bianchi, o blu. Gli ospiti sono vestiti ognuno a modo suo, e hanno al collo un nastro, bianco, o blu, con attaccato un pass.
Il pass è grigio, e verde, e viola (poco).
A me è successo per due volte che mi abbiano fermato e mi abbian chiesto se ero del festival, e quando gli rispondevo di no, mi guardavan male, facevan segno al pass come per dire «E quello?».
La cattedrale di S. Andrea, a Mantova, dentro, è piena di ponteggi. Se uno vuol vederla, non si vede niente.
C’è stato un periodo che avevo delle braghe verdi, e una giacca e un cappello blu, e mi mettevo quasi sempre quelle, e mi fermavan spesso, dentro le stazioni, per chiedermi informazioni sui binari di partenza o sugli orari dei treni.
Le prime tre ore mi chiedo cosa son qui a fare. Ho questo pass, posso vedere tutto e è troppo. Continua a leggere »

8 settembre – Mantova

sabato 8 Settembre 2012

Sabato 8 settembre,
a Mantova,
al Festivaletteratura,
a palazzo Te,
dalle 21 e 45 alle 00:30,
insieme a molti altri
(nel programma è la cosa numero 178)
leggo una parte di un discorso
su Ludovico Ariosto
(che si intitola
Non ne so niente
e dura trenta minuti
circa, questa parte)

7 settembre – Mantova

venerdì 7 Settembre 2012

Venerdì 7 settembre,
a Mantova,
al Festivaletteratura,
a palazzo Te,
dalle 21 e 45 alle 00:30,
insieme a molti altri
(nel programma è la cosa numero 117)
leggo una parte di un discorso
su Ludovico Ariosto
(che si intitola
Non ne so niente
e dura poco meno di trenta
minuti, questa parte)

Mi è scappata una cosa

venerdì 7 Settembre 2012

Solo che aver letto tutto l’Orlando Furioso dall’inizio alla fine non vuol mica dire saperne. Cioè a me se mi dite, per esempio Bradamante, o Mandricardo, o Gradasso, o Sacripante, o Rodomomonte, o Ferraù, o Rinaldo, o Ruggiero, o Frontino, o Baiardo, o Zerbino, o Brigliadoro, o Brandimarte, cosa fanno, dentro il romanzo? “Eh, vi direi io, fan delle cose”. “Sì, ma che cose, mi chiedereste voi, Brandimarte, per esempio, cosa fa”. “Eh, vi direi io, non lo so”. “Ah, direste voi, non sei preparato”, “Eh, vi direi io, è quello che stavo dicendo”. Che lì’, io leggerlo l’ho letto, però distinguerli, non so come dire, Frontino, per dire, chi el, frontino? scusate, mi è scappata una cosa in dialetto parmigiano che, tra l’altro, volevo anche dire, sono di Parma, io, non son di Bologna, come c’è scritto nella comunicazione nel vostro portale dei Giovani della città di Bergamo, (questo succedeva a Bergamo) sono di Parma, che non è che esser di Bologna sarebbe un male, se fossi di Bologna, no, assolutamente, però se uno è di Parma, è di Parma, che capisco che l’Emilia, vista da fuori, sembra uno po’ tutto un impasto per fare il salame, ma vista da dentro non è così, Parma è Parma, Bologna è Bologna, Ferrara è Ferrara, Reggio Emilia è Reggio Emilia, Modena è Modena e Piacenza è Piacenza, fan tanto i precisini, mi chiedono Brandimarte cosa fa, e poi scrivono che son di Bologna, ma andiamo avanti, dicevo l’anno scorso a Bergamo.

[un altro pezzetto che leggo domani a Mantova (stasera a Bologna m’han chiesto se ero di Modena)]