Asibiri

giovedì 19 Aprile 2012

Da quando io e la bambina di sette anni abbiamo scoperto che in sardo Arrivederci si dice Asibiri, non facciamo altro che dirci, al telefono, Asibiri, Asibiri.

Un giornale

martedì 17 Aprile 2012

La bambina di sette anni, quando di anni ne aveva sei, l’anno scorso, ha scritto e illustrato un giornale dove c’erano cinque (o sei) notizie, che erano queste:
– la squadra del milan vince uno a zero con un gol dell’11
– la bambola più bella del mondo si trova da cop
– buon natale
– è stato rubato il quadro la gioconda
– il presidente annuncia i suoi 259 anni
– il mer sic ha il piacere di presentare il film gher pren, il primo film in inglese da bambini.

24 anni

giovedì 5 Aprile 2012

L’altro giorno, con la Battaglia, non mi ricordo il motivo, abbiamo detto che uno di 24 anni, è giovane. E una di 37?, le ho chiesto. Eravamo con sua mamma, che ha 37 anni. Giovane, ha detto la Battaglia. E uno di 48?, le ho chiesto. Be’, no, ha detto lei, uno di 48 è un po’ vecchio. Eh, le ho detto, io ne ho 48. Ma tu non sei vecchio, mi ha detto lei, e aveva un tono, come se fosse offesa, al pensiero che ho 48 anni, e io mi sono ricordato perfettamente della volta che uno aveva detto, di mia mamma, che se ne stava andando, Quanti anni ha? E un altro aveva risposto Ne avrà quaranta, e io avevo detto No, ne ha trentanove, e intanto che lo dicevo mi rendevo conto che mia mamma ne aveva 39 e che non erano molti meno di 40 e che mi dispiaceva, che non erano molti meno di 40, eravamo a Cavi di Lavagna dentro un albergo che c’era la moquette.

Vongole

giovedì 1 Marzo 2012

Ho fatto, per la Battaglia, gli spaghetti alle vongole. Ho preso un sugo pronto, al supermercato. E alla Battaglia sono piaciuti, però era un po’ contrariata dal fatto che, insieme alle vongole, c’era anche del pomodoro. Ha detto che a lei non piacciono, questi abbellimenti come il pomodoro. Che quando si dice alle vongole, dev’essere alle vongole.

Dentro

lunedì 27 Febbraio 2012

La bambina di sette anni, da quando ha scoperto che dentro il kindle c’è il Vocabolario, da allora lei il kindle lo chiama Quel bagaglio che c’è dentro tutto.

La cultura, la Battaglia e papa Paolo IV

giovedì 2 Febbraio 2012

Appena tornato ho detto alla Battaglia che il vento, a Cracovia, ti tagliava la faccia.
«E come facevi?» mi ha chiesto lei.
«Eh, c’eran dei medici, in albergo, che tutte le sere ti ricucivan la faccia te la mettevano a posto».
«Davvero?» mi ha detto lei.
«No, – le ho detto io. – Scherzavo».
Ero stato ad Auschwitz con la fondazione Fossoli, cinque giorni. Eravamo andati in treno. Eravamo andati da Carpi a Cracovia. Poi da Cracovia, in corriera, tutti i giorni andavamo sui campi, se così si può dire, ad Auschwitz e a Birkenau. Tutto il giorno sui campi, a quindici sotto zero, al vento, a tagliarsi la faccia. E dopo indietro a Cracovia. E di sera, tutte le sere, a veder gli spettacoli, al cinema Kijow, i primi due giorni, poi in una discoteca polacca nel quartiere universitario. Una discoteca che si doveva chiamare Officina Metallurgica e invece non si chiamava così. Si chiamava Studio zero, o Club studio, o qualcosa del genere. E, si vede avevano appena lavato i pavimenti, c’era un gran odore di detersivo.
Eravamo in settecento.
E lo storico Carlo Saletti diceva: «Siamo qui in massa».
E a me veniva da pensare: “Siamo qui insieme”.
C’erano delle cose complicate, lì ad Auschwitz.
La cosa più complicata, mi sembra, era: tutta questa bontà. Esser lì insieme a settecento studenti, tutta questa bontà. Ma lì io non ci pensavo, ci penso adesso che sono tornato: tutta questa bontà. Noi, siamo abituati che essere buoni c’è da avere vergogna, mi sembra. Noi siamo abituati così. Non in Polonia, in Italia.
Agli studenti, uno, non sa cosa dirgli.
A uno studente di diciassette anni, che è lì ad Auchwitz e a Birkenau, in gennaio, con quindici gradi sottozero, a tagliarsi la faccia, uno, cosa gli dice? Uno magari non gli dice niente. Continua a leggere »

A Cracovia

martedì 31 Gennaio 2012

Ho detto alla Battaglia che il vento, a Cracovia, ti tagliava la faccia.
E come facevi? mi ha chiesto lei.
Eh, c’eran dei medici, in albergo, che tutte le sere ti ricucivan la faccia te la mettevano a posto.
Davvero? mi ha detto lei.
No, le ho detto io.

Come si intitola

venerdì 13 Gennaio 2012

Come si intitola il libro che stai scrivendo? mi ha chiesto la Battaglia. La banda del formaggio, le ho risposto. Ah, m’ha detto lei, con le trombe di formaggio, i tamburi di formaggio, le bacchette di formaggio.

Una cosa

giovedì 5 Gennaio 2012

La Battaglia dice che il cacomela lo dovevano chiamare cacofragola. Anzi, cacofragola gigante.

L’ultimo dell’anno

sabato 31 Dicembre 2011

L’odore buonissimo che c’è nella stanza della Battaglia è buonissimo.