Wilcock

giovedì 3 Maggio 2012

A Velletri

Sono andato fino alla fermata dell’autobus,
mi sono seduto sul muretto del ponte:
la mia ombra era l’ombra di un giovane,
ma anch’io sono l’ombra di un giovane.

[J. Rodolfo Wilcock, Poesie, Milano, Adelphi 1996, p. 159]

Ripellino

mercoledì 28 Marzo 2012

Vivere è stare svegli,
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.

Vivere è amare la vita,
coi suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.

Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole
vestite con frange di festa.

Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.

[Angelo Maria Ripellino, Poesie, Torino, Einaudi 1990, p. 21]

Un titolo

lunedì 13 Febbraio 2012

Ieri mi è sembrato di aver messo insieme una specie di raccolta di poesie, bisognava solo trovarci un titolo, perché il titolo che gli avevo dato quando l’avevo cominciata, due anni fa, Andare in giro nudi, mi sembrava non c’entrasse più niente. L’avevo chiamata Andare in giro nudi perché mi sembrava quasi indecente, il modo di scoprirsi che c’era lì dentro, nelle poesie. Adesso, non so, forse, in questi due anni, mi sono abituato, e ieri mi è sembrato, come dicevo, che quel titolo lì, Andare in giro nudi, non fosse più adatto, allora ho provato a cambiarlo in Andare in giro quasi nudi. Solo che non mi è piaciuto moltissimo, Andare in giro quasi nudi. Allora ho provato a cambiarlo in Aspettarsi chissà che cosa, che è un titolo preso da una di queste cosiddette poesie che si intitola Dopo (e che dice: Uno si aspettava chissà che cosa, invece succedeva chissà niente). Solo che poi ho pensato che io, un libretto che si intitolasse Aspettarsi chissà che cosa, non so se lo prenderei in mano. Forse sì, ma forse anche no. Allora ho trovato un altro titolo che sarebbe: I tubi, la Battaglia e l’avvocato, che per il momento, stanotte, è il titolo di questa specie di raccolta di poesie che mi è sembrato di aver messo insieme ieri.

Impressioni

sabato 11 Febbraio 2012

Dopo magari mi sbaglio, ma ho l’impressione che i professori universitari, anche quelli bravissimi, tendano a parlare delle cose che sanno come cose che si sanno, che son state scoperte, e, quindi, non so se si capisce, sono disinnescate, pastorizzate, microfiltrate, non c’è più stupore, si possono bere senza nessun pericolo di infezione. Che da un certo punto di vista è anche normale, chissà quante volte le han ripetute, quelle cose lì, però, da un altro punto di vista, non so, la legge di gravità, ma anche la ruota, e anche la leva, e anche gli scolapasta, per dire, a guardarli con un minimo di sforzo, a dedicare loro un po’ di attenzione, sono tutte cose stupefacenti. Anche i denti d’oro, mi viene in mente adesso.

Una specie di finale

venerdì 10 Febbraio 2012

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Una specie di finale

venerdì 10 Febbraio 2012

Stamattina, non so perché, forse perché ieri avevo fatto il bibliotecario, mi è venuto da pensare che i libri, certi libri, come quelli che ieri, in sala borsa, erano lì, sul tavolo, di fianco a me, come Il maestro e Margherita, che nelle prime pagine c’è una signora che gestisce un chiosco di bevande sovietico e apre due succhi di albicocca e intorno si spande odore di parrucchiere, e io, da quel momento lì, tutte le volte che sento odore di parrucchiere penso al Maestro e Margherita, e se non avessi letto Il maestro e Margherita, probabilmente non avrei mai riconosciuto, nella mia vita, l’odore di parrucchiere, o come le poesie di Chlebnikov, e le ragazze, quelle che camminano, con stivali di occhi neri, sui fiori del mio cuore, o come le cose di Charms, e prova a restare indifferente, quando finiscono i soldi, o come le opere di Learco Pignagnoli, e tutte le volte che ho pensato che tranne me e te, il mondo è pieno di gente strana, e poi anche te sei un po’ strano, e allora stamattina, mi è venuto da pensare che io, invece che dai vari governi pentapartito o monocolore che si dice si siano alternati alla guida del paese negli anni della mia adolescenza e della mia giovinezza, io, piuttosto che da loro, sono stato governato da Bulgakov, da Chlebnikov, da Charms, da Mandel’štam, da Blok, da Puškin, da Anna Achmatova, da Lev Tolstoj, da Gogol’, da Dostoevskij, da Italo Svevo, da Ernesto Ragazzoni, da Giacomo Noventa, da Venedikt Erofeev, da Learco Pignagnoli e sono stato, a volte, per degli attimi, per dei giorni, per dei mesi, un suddito felice e riconoscente.

I tubi

mercoledì 8 Febbraio 2012

Ieri pomeriggio si è rotto un tubo, davanti a casa mia, e ieri sera, quando sono tornato, non c’era l’acqua. Avevan tolto l’acqua. C’era una scavatrice che scavava un buco nel cemento, e quattro o cinque persone che ci giravano intorno. Avevano messo quei semafori portatili, uno da una parte e uno dall’altra, senso unico alternato. Mi ero fatto il caffè con l’acqua che avevo nella bottiglia portatile, e mi ero lavato i denti a secco. Mi ero chiesto se avrei potuto fare la doccia, stamattina. E quando mi sono svegliato, prestissimo, con un po’ di mal di testa, la prima cosa che ho fatto, appena entrato in bagno, è stato provare se c’era l’acqua. Ho alzato il miscelatore, e ho sentito come un singhiozzo, e poi è uscita l’acqua. Che bravi, ho pensato. Poi l’avvocato ha cominciato a miagolare.

Gli orologi

domenica 5 Febbraio 2012

Ieri sera ho sentito uno che diceva Sincronizziamo gli orologi, che è una frase che io, nella mia vita, l’ho sentita solo al cinema o a teatro, difatti ieri sera ero a teatro. Allora mi sono chiesto quali sono le altre frasi che si sentono solo al cinema o a teatro e mi è venuta in mente Adesso chissà cosa penserai di me.

Secondo me

mercoledì 1 Febbraio 2012

Secondo me, è come dice Corrado, bisogna esserci e non esserci.

Ah

venerdì 6 Gennaio 2012

Tutte quelle canzoni che uno impara da ragazzo cosa le impara a fare?
Per cantarle da grande a sua figlia per farla addormentare.