Uno di quei temi

mercoledì 20 Dicembre 2017

Il nulla è uno di quei temi topici che da sempre ha affascinato artisti, poeti e scrittori, per non parlare dei filosofi che pur di speculare su ogni minimo risvolto dell’esistenza umana hanno ripetutamente speculato anche sul nulla (attività che mi guardo bene dal giudicare in modo negativo).

[Paolo Albani, Il complesso di Peeperkorn. Scritti sul nulla, Trieste-Roma, Italosvevo 2017, p. 9 (il discorso di Albani al convegno sul nullo è fiorito, è diventato un libro)]

Il maiale e la matematica

venerdì 20 Maggio 2016

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Nei suoi romanzi non c’è niente che riveli particolari doti immaginative, né la trama, né i personaggi. Balzac non occuperà mai un posto di rilievo nella storia della letteratura francese.
Eugène Poitou [1815-1880. Magistrato e critico letterario francese], Revue des deux Mondes, 15 dicembre 1856 (sei anni dopo la morte di Balzac)

I Buddenbrock [di Thomas Mann] non sono altro che due volumoni in cui l’autore racconta le storie insignificanti di gente insignificante in uno stile insignificante.
Eduard Engel [1851-1938] critico tedesco, 1901

Moby Dick è un libro triste, squallido, piatto, addirittura ridicolo. I quaccheri di Melville sono gente ottusa, sciocca e quanto mai penosa. Quel Capitano Pazzo poi… è di una noia mortale.
The Suothern Quarterly Review, 1851

Walt Whitman ha lo stesso rapporto con l’arte che un maiale può avere con la matematica.
The London Critic, 1855

È talmente brutta, di cattivo gusto e modesta in confronto all’Ode di Schiller che non riesco assolutamente a rendermi conto di come un genio come Beethoven abbia potuto scrivere questa Nona sinfonia.
Louis Spohr violinista e compositore tedesco, Autobiografia, 1861

[Parlando di Fryderyk Franciszek Chopin (1810-1849)] Se avesse sottoposto le sue musiche al giudizio di un esperto… questi le avrebbe stracciate. Almeno c’è da sperarlo. Comunque, vorrei tanto farlo io.
Ludvig Relllstab [1799-1860] critico musicale e poeta tedesco

Le déjeuner sur l’herbe [di Edouard Manet (1832-1883)] è uno scherzo di cattivo gusto, un dipinto sconcio e indegno di essere esposto.
Luois Etienne (critico d’arte parigino) Le Jury et les Exposants, 1863

Matisse (1859-1954) è uno noia spaventosa… Quelle figure deformi e contorte non sono altro che una moda transitoria, che sarà breve quant’è artificiale.
Harriet Monroe (1860-1936) poetessa e scrittrice americana, fondatrice della rivista Poetry, Chicago Tribune, 23 febbraio 1913

Quel ragazzo non arriverà a nulla.
Jakob Freud [1815-1896], dopo che suo figlio Sigmund, che allora aveva otto anni, aveva fatto pipì nella camera da letto dei genitori.

[Paolo Albani, Umorismo involontario, Macerata, Quodlibet 2016, pp. 85-86]

Per diventar scrittore

mercoledì 24 Ottobre 2012

Per diventar scrittore, bisogna anzitutto esserci nati, e allora la cosa riesce facile e spontanea, ma se fa difetto l’inclinazione la faccenda è alquanto complicata, e non si riesce a nulla. È bene, del resto, che non tutti siano scrittori, se no come si farebbe a trovare un pubblico per ogni libro che si stampa? Saggia è quindi stata la natura nel concedere solo a pochi la fantasia dello scrivere. Credi tu d’essere nato a ciò? Scruta i decreti del destino consultando una sonnambula, o una chiromante. Non di rado, infatti, le persone di talento cercano la verità in ciò che la scienza respinge e deride. Interroga, inoltre, le tue naturali attitudini. Se nel porgere da bere a un amico, la tazza ti sfugge e colpisce un cane che s’avventa e ti morde i polpacci; se mentre stai per lanciare un guanto di sfida, t’avvedi di non aver mai posseduto guanti e lanci invece una ciabatta smessa; se al colmo della disperazione vorresti chiudere gli occhi e gettarti dalla finestra, e invece chiudi la finestra e ti getti a dormire sul letto; se, insomma tutto ciò che fai ti torna a rovescio, o viene frainteso, quasi di certo sei nato per essere scrittore. Corri, senza indugio, dal cartolaio, compera una risma di carta, chiuditi in soffitta e affrettati a rivelare al mondo i tuoi divini pensamenti.

[Carlo Cetti, Libro per scrittori, in Paolo Albani, I mattoidi italiani, Macerata, quodlibet 2012, pp. 14-15]

Il numero 20

venerdì 11 Maggio 2012

La settimana scorsa, Paolo Albani, un signore di Marina di Massa che da anni abita a Pistoia e che ha insegnato per anni economia a Trieste, se non mi sbaglio, membro dell’OpLePo, Opificio di letteratura otenziale (versione italiana dell’OuLiPo, quella di Queneau e di Perec), autore di un Dizionario delle lingue immaginarie (Aga Maféra Difùra, Zanichelli 1994), di un’Enciclopedia delle scienze anomale (Forse Queneau, Zanichelli 1999), di un Catalogo ragionato di libri introvabili (Mirabiblia, Zanichelli 2004) e di un Dizionario degli istituti anomali nel mondo (Quodlibet 2009), la settimana scorsa, a Bologna, mi ha regalato l’ultimo numero della rivista che dirige, Tèchne, rivista pubblicata dall’editore Campanotto di Udine e che esce, da 25 anni, con cadenza irregolare.
L’ultimo numero è uscito nell’ottobre del 2011, è il numero 20 e ha, come tema, le modeste proposte, e contiene più di trenta contributi tra i quali quello di Alphonse Allais che si chiede, dal momento che la parte meridionale della Francia si chiama Meozzogiorno, e dal momento che si può dire, per esempio: «I medici gli hanno consigliato di passar l’inverno nel Mezzogiorno», come mai altre parti della Francia non si possono chiamare, per esempio, Mezzanotte, o Quattro meno un quarto, e propone un ingegnoso sistema di meridiani e parallelli che, se adottato, permetterebbe di riconoscere un quadratino relativemente piccolo di territorio francese con l’indicazione: «Martedì alle sette e un quarto», o: «Domenica alle 21». Continua a leggere »

Non dire niente

giovedì 9 Giugno 2011

L’intervento di Paolo Albani al convegno sul nulla (clic).

Una copertina

sabato 12 Giugno 2010

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[è uscito il numero 19 di TèCHNE, sul nulla]

Economia

giovedì 3 Giugno 2010

L’altra settimana, a Pistoia, il libraio dello Spazio di via dell’Ospizio, Mauro, mi ha raccontato il modo in cui Paolo Albani, quando era docente di economia all’università, iniziava l’anno accademico. Saliva in cattedra, abbracciava, come si dice, con lo sguardo, l’aula magna gremita di matricole e diceva: «Economia. Econotua. Econosua. Econonostra. Econovostra. Econoloro. Da cui: Economista». Poi faceva una pausa, prolungata. Paolo Albani, che era presente a questo racconto, ha confermato.

Cerimonie

martedì 30 Marzo 2010

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[fotografia di Gianfranco Mammi presa da qui]

In un’altra camera

martedì 30 Giugno 2009

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In un’altra camera si trova l’inventore di un nuovissimo metodo di arare il suolo mediante maiali: in un terreno di circa 2300 mq si depositano, a distanza di sei pollici e alla profondità di otto piedi, ghiande, datteri, castagne e altre bacche o vegetali di cui sono ghiotti i maiali; poi si lasciano liberi più di seicento maiali che, per scovare il cibo, dissoderanno l’intero pezzo di terra così da renderlo idoneo alla semina, concimandolo allo stesso tempo con i rifiuti del loro corpo.

[Paolo Albani, Dizionario degli istituti anomali del mondo, cit., pagg. 16-17 (Lagado, Accademia di, ACL)]

Accademia

lunedì 29 Giugno 2009

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Informi, Accademia degli (ACI) Omonima di quella istituita a Ravenna nel 1588 e attiva fino a tutto il Settecento, l’ACI nasce la sera del 14 giugno 1957 per iniziativa di Antonio Delfini. Nel suo Discours de Réception, Delfini dichiara:

Signori e Signore, oggi non c’è più niente di valido. Il mondo non esiste più e prove che il mondo sia mai esistito non ce ne sono. Le sole prove valide dell’esistenza di un tempo sarebbero i sogni. I sogni letterari, artistici, religiosi e politici… Il nostro programma accademico sarà quello di adattarci alla Rivolta, e per non avere fallimenti di tipo borghese (come quelli di Marinetti, Tzara ed altri) ci rifiutiamo di elaborare un programma. Gli illustri accademici da noi nominati, penseranno di indicarci via via le tracce necessarie per dare alla Chimera (al mondo, cioè, universale) un senso sempre più naturalmente illusorio, ma tale da farci credere per qualche momento in una realtà da concepirsi sostanziale.

Libera, gratuita, indefinita, senza sede, per quanto città Capitale sia eletta Livorno e capitale provvisoria Roma, senza statuiti né corpo accademico, con un Cancelliere generale nella persona del poeta Gaio Fratini, L’ACI ha come fine abbastanza settario quello di «restituire al caos il peccato originario della poesia».

 

[Paolo Albani, Dizionario degli istituti anomali del mondo, Quodlibet, Macerata 2009, p. 11]