Il maiale e la matematica

venerdì 20 Maggio 2016

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Nei suoi romanzi non c’è niente che riveli particolari doti immaginative, né la trama, né i personaggi. Balzac non occuperà mai un posto di rilievo nella storia della letteratura francese.
Eugène Poitou [1815-1880. Magistrato e critico letterario francese], Revue des deux Mondes, 15 dicembre 1856 (sei anni dopo la morte di Balzac)

I Buddenbrock [di Thomas Mann] non sono altro che due volumoni in cui l’autore racconta le storie insignificanti di gente insignificante in uno stile insignificante.
Eduard Engel [1851-1938] critico tedesco, 1901

Moby Dick è un libro triste, squallido, piatto, addirittura ridicolo. I quaccheri di Melville sono gente ottusa, sciocca e quanto mai penosa. Quel Capitano Pazzo poi… è di una noia mortale.
The Suothern Quarterly Review, 1851

Walt Whitman ha lo stesso rapporto con l’arte che un maiale può avere con la matematica.
The London Critic, 1855

È talmente brutta, di cattivo gusto e modesta in confronto all’Ode di Schiller che non riesco assolutamente a rendermi conto di come un genio come Beethoven abbia potuto scrivere questa Nona sinfonia.
Louis Spohr violinista e compositore tedesco, Autobiografia, 1861

[Parlando di Fryderyk Franciszek Chopin (1810-1849)] Se avesse sottoposto le sue musiche al giudizio di un esperto… questi le avrebbe stracciate. Almeno c’è da sperarlo. Comunque, vorrei tanto farlo io.
Ludvig Relllstab [1799-1860] critico musicale e poeta tedesco

Le déjeuner sur l’herbe [di Edouard Manet (1832-1883)] è uno scherzo di cattivo gusto, un dipinto sconcio e indegno di essere esposto.
Luois Etienne (critico d’arte parigino) Le Jury et les Exposants, 1863

Matisse (1859-1954) è uno noia spaventosa… Quelle figure deformi e contorte non sono altro che una moda transitoria, che sarà breve quant’è artificiale.
Harriet Monroe (1860-1936) poetessa e scrittrice americana, fondatrice della rivista Poetry, Chicago Tribune, 23 febbraio 1913

Quel ragazzo non arriverà a nulla.
Jakob Freud [1815-1896], dopo che suo figlio Sigmund, che allora aveva otto anni, aveva fatto pipì nella camera da letto dei genitori.

[Paolo Albani, Umorismo involontario, Macerata, Quodlibet 2016, pp. 85-86]