Anguille e turbine

lunedì 13 Gennaio 2020

Così l’ho lasciato perdere e sono tornato a quel turbinio di libri che è la mia biblioteca, ritrovandovi l’ancor più esile libretto Ål och turbine (Anguille e turbine), pubblicato nel triste anno 1941 dall’Associazione svedese per l’energia idrica. Un giovane professore associato, che avrebbe poi avuto la sua cattedra, si era assunto l’incarico di scoprire quante anguille sopravvivessero attraversando l’impianto idroelettrico Untraverket, nel Daläv.

[Fredrik Sjöberg, Mamma è matta, papà è ubriaco, traduzione di Andrea Bernardini, Milano, Iperborea 2020, p. 13]

30 settembre – Torino

domenica 30 Settembre 2018

Domenica 30 settembre, a Torino,
al Circolo dei lettori,
in via Bogino, 9,
alle 15,
con Fredrik Sjöberg,
dentro Torino spiritualità,
parliamo dei libri che ha scritto
dentro una cosa che si chiama
Il più grande esperto del mondo.

In una stazione

domenica 30 Settembre 2018

Starsene seduti su uno zaino in una stazione ad aspettare che passi un treno, non è la felicità?

[Fredrik Sjöberg, Perché ci ostiniamo, traduzione di Andrea Berardini e Fulvio Ferrari, Milano, Iperborea 2018, p. 174]

Guardatemi

giovedì 2 Agosto 2018

La riflessione su di sé, scriveva, è spesso una buona cosa, ma se si parla troppo di se stessi alla lunga il prezzo può essere troppo alto. È una di quelle lettere che non dimenticherò mai.
Probabilmente la mai conferenza a Bona si era incentrata soprattutto sull’autore e le sue passioni. L’ansia da prestazione mi ha sempre spinto, a mia memoria, a puntare tutto su una carta sola, e appena il panico allenta la presa – come capita sempre quando mi ritrovo sul palco – il sollievo, il senso di liberazione è tale che tendo ad andare sul personale e dico delle cose del tipo che me ne frego del movimento ambientalista, basta che mi vogliate bene. Guardatemi. Forse non proprio dritto in faccia, ma quanto meno nella mia direzione. Il motivo per cui si dice o si scrive qualcosa, le ragioni profonde, mi interessano più del contenuto concreto. Il perché vince sempre sul cosa, e certi giorni rivolgo questa curiosità verso l’interno. Dunque: perché lo facciamo? Perché ci ostiniamo?

[Fredrik Sjöberg, Perché ci ostiniamo, traduzione di Andrea Berardini e Fulvio Ferrari, Milano, Iperborea 2018, pp. 35-36]

Provate

mercoledì 11 Luglio 2018

Lo ripeto: il collezionismo rinforza gli argini quando la follia minaccia di far saltare le dighe dell’anima. Non è così raro perdere sia la giusta prospettiva che i propri appigli, per come è fatto il mondo, ma il collezionista ha perlomeno il totale controllo su qualcosa, e di conseguenza un punto fermo nella vita. Provate a far uscire di senno un abitudinario collezionista di – mettiamo – scatole di fiammiferi. Ci si riesce, ma è difficile. Mandare al tappeto un normale spettatore televisivo o un patito di ipermercati è più facile.

[Fredrik Sjöberg, Perché ci ostiniamo, traduzione di Andrea Berardini e Fulvio Ferrari, Milano, Iperborea 2018, p. 14]

Non si può

mercoledì 21 Marzo 2018

Fredrik Sjöberg, L'arte di collezionare mosche

Non si può mandare a letto un collezionista di farfalle, per quanto piccolo sia.

[Fredrik Sjöberg, L’arte di collezionare mosche, traduzione di Fulvio Ferrari, Milano, Iperpborea 2015, pp. 136]

17 marzo – Roma

sabato 17 Marzo 2018

Sabato 17 marzo,
a Roma,
alle 17,
a Libri come,
all’auditorium Parco della Musica,
Sala ospiti,
parlo con Fredrik Sjöberg
dei suoi tre libri tradotti da Iperborea
(L’arte di collezionare mosche,
Il re dell’uvetta e L’arte della fuga).

Specchi dappertutto

sabato 17 Marzo 2018

Fredrik Sjöberg, L'arte di collezionare mosche

Certi giorni mi persuado che il mio compito sia dire qualcosa sull’arte di limitarsi e sulla sua eventuale felicità. E anche sulla leggibilità del paesaggio. Altri giorni sono più cupi. Specchi dappertutto. Come se me ne stessi in coda sotto la pioggia fuori dal campo nudisti intellettuali della letteratura autobiografica. Livido di freddo.

[Fredrik Sjöberg, L’arte di collezionare mosche, traduzione di Fulvio Ferrari, Milano, Iperpborea 2015, pp. 18-19]

Se sei pronto

giovedì 8 Giugno 2017

Se sei pronto a lasciare padre e madre, fratello e sorella, moglie e figli e amici e a non rivederli mai più, se hai pagato i tuoi debiti e hai scritto il tuo testamento e sistemato tutti i tuoi affari e sei uomo libero, allora sei pronto per una passeggiata.

[Henry David Thoreau, L’arte di passeggiare, in Fredrik Sjöberg, L’arte della fuga, traduzione di Fulvio Ferrari, Milano, Iperborea 2017, p. 148]

Italian

lunedì 28 Novembre 2016

L’altroieri, il 26 novembre, son stato a Reggio Emilia a sentire Fredrik Sjöberg, alla biblioteca Panizzi, dove Sjöberg, dentro una rassegna che curo io e che si chiama Sono pessimista ma me ne dimentico sempre, avrebbe dovuto parlare dei libri che gli hanno fatto venire voglia di mettersi a scriver dei libri (dopo in realtà ha parlato dei libri che l’hanno aiutato a scrivere il suo primo libro). Avevo presentato Sjöberg a Milano, lo scorso aprile, al teatro Parenti, avevamo parlato del suo primo libro, L’arte di collezionare mosche, e avrei voluto presentare il secondo, Il re dell’uvetta, a Mantova, in settembre, al festivaletteratura, solo che, quando gliel’ho chiesto, avevano già affidato la presentazione a Marco Malvaldi; io comunque l’ero andata a sentire e avevo salutato Sjöberg e poi, quando dall’Arci di Reggio Emilia mi avevano detto che potevamo invitare un autore straniero, a Sono pessimista ma me ne dimentico sempre, ho pensato a Sjöberg e l’abbiamo invitato, attraverso Iperborea, e lui ha detto che veniva e poi, qualche giorno dopo, Rivista Studio mi ha chiesto se volevo andare a Milano, in triennale, il 27 novembre a presentare Sjöberg al loro festival e io ho detto dì si è poi, l’altro giorno, il 26 novembre, quando Sjöberg è arrivato in biblioteca a Reggio Emilia mi ha salutato e mi ha presentato alla sua fidanzata dicendo «This is my italian gruopie». Allora ieri, la prima cosa che ho detto a Milano, ho detto che avevo presentato Sjöberg a Milano, lo scorso aprile, al teatro Parenti, avevamo parlato del suo primo libro, L’arte di collezionare mosche, e che avrei voluto presentare il secondo, Il re dell’uvetta, a Mantova, in settembre, al festivaletteratura, solo che mi avevano preferito Marco Malvaldi, e che li capivo, e che io comunque l’ero andata a sentire e che poi l’avevo invitato a un festival a Reggio Emilia che si chiamava Sono pessimista ma me ne dimentico sempre, e era venuto, il giorno prima, il 26 novembre, a Reggio Emilia, e quando era arrivato mi aveva presentato alla sua fidanzata come il suo italian groupie e che io, a me piacciono molto le note biografiche che ci son nei romanzi, e che la mia sembra semplice ma ci ho messo un po’, a elaborarla, e dice «Paolo Nori, nato a Parma nel 1963, abita a Casalecchio di Reno e scrive dei libri» e che, dal giorno prima, stavo pensando di cambiarla in: «Paolo Nori, nato a Parma nel 1963, abita a Casalecchio di Reno, scrive dei libri e è il groupie italiano di Fredrik Sjöberg». È stata molto bella, secondo me, la presentazione, e io ho anche rotto un paio di occhiali.