Le candele

domenica 30 Luglio 2023

E io mi son fatto convincere, avrò sbagliato, però il suo discorso «Questa è una guerra», diceva, «che è lontana e vicina e non si sa come andrà a finire, perché ci sono degli interessi, lì, di tutto il mondo, e noi siamo quelli che son messi peggio, noi non abbiamo le materie prime, gas, petrolio, carbone, non abbiamo niente, noi dipendiamo tutto dall’estero, quando gli altri hanno il raffreddore, noi abbiamo la polmonite, che io, anche senza guerra, tutta ‘sta roba che arriva da lontano, che corre nei tubi per centinaia, per migliaia di chilometri, perché non ci si pensa, ma se ci pensi, anche adesso, che parliamo, lei corre, lei corre sempre, attraversa nazioni, passa i fiumi, le foreste, i deserti, passa i mari, in questi tubi, è pieno di tubi il mondo ormai, e se quelli laggiù un giorno gli prende il matto e chiudono il rubinetto, ma anche se non chiudono, basta una bomba, salta in aria tutto, e noi dopo come facciamo ‘st’inverno a riscaldarci? Ma poi la notte mancherà la luce non ci vedremo, perché anche per la luce ci vuole il petrolio, andremo tentoni, sbatteremo contro i muri, e io, tu fai quello che vuoi, io mi sono già comprato due o tre case di candele». «Cos’hai comprato?» «Le candele, come no, almeno per vedere, vuoi stare al buio? che i Faiantéin ne hanno, però se non ti sbrighi».

[Inizio della poesia Le candele, in Raffaello Balini, La nàiva Furistír Ciacri, Torino, Einaudi 2000, pp. 301-2]