Due cose
Ci sono due cose che mi piacciono molto e che riduco malissimo, i libri e i quaderni.
Ci sono due cose che mi piacciono molto e che riduco malissimo, i libri e i quaderni.
Lei si è definito un tifoso di pancia, che cosa intende?
Io di mestiere scrivo dei libri e se apro un romanzo, se leggo le prime cinque righe, è facile che mi venga in mente un altro romanzo che ha qualcosa in comune con quello che sto leggendo. Se guardo una partita del Parma, non mi viene in mente niente, sono tutto nell’emozione, nella pancia, la testa non la uso, allo Stadio Tardini, la lascio all’ingresso.
[DOMENICA, su Repubblica Bologna, dovrebbe uscire un’intervista di Valentina Desalvo su Bologna Parma. Io, domenica, sono in Curva San Luca (forza Parma, l’immagine è presa dal sito della Tep)]
Avevano detto che il Parma avrebbe giocato con la terza maglia, che era stata presentata prima della partita e è gialla coi bordi blu, e molti tifosi del Parma si son lamentati sui social hanno detto che sembra una maglia del Modena, giallo canarino.
Io ho pensato Aspettiamo di vederla allo stadio.
il resto è qui
clic
In vita mia, devo dire, non sono mai stato così lusingato e commosso come quando Tolstoj, mentre
ascoltava l’andante del mio primo quartetto seduto accanto a me, è scoppiato a piangere.
Pëtr Il’ič Čajkovskij
[Katja Guščina, 100 cose che fanno piangere Tolstoj esce presto per Rizzoli tradotto da Sofia Cacchi]
Maškin ha ucciso Koškin
Il compagno Koškin ballava intorno al compagno Maškin.
Il compagno Maškin seguiva con gli occhi il compagno Koškin.
Il compagno Koškin muoveva le mani in modo offensivo e faceva cadere i piedi in modo schifoso.
Il compagno Maškin si incupì.
Il compagno Koškin agitò il ventre e pestò col piede destro.
Il compagno Maškin mandò un grido e si gettò sul compagno Koškin.
Il compagno Koškin provò a fuggire, ma inciampò e fu raggiunto dal compagno Maškin.
Il compagno Maškin diede un pugno sulla testa del compagno Koškin.
Il compagno Koškin mandò un grido e cadde sulle ginocchia.
Il compagno Maškin colpì il compagno Koškin con un calcio al basso ventre e gli diede un altro pugno sulla nuca.
Il compagno Koškin cadde lungo disteso e morì. Maškin ha ucciso Koškin.
[mercoledì 25 settembre, al teatro Gobetti di Torino, alle 21, A me interessano solo le scemenze, su Daniil Charms, musica di Sofija Gubajdulina, con Enrico Bronzi e Paolo Nori]
Tutto inizia, in effetti, dinnanzi a Mosca in fiamme, nel settembre del 1812. Solo che, anziché battere in ritirata e perdere il suo esercito sulla Beresina, Napoleone si dirige verso Pietroburgo. Fa prigioniero lo zar Alessandro e Bernadotte, e restaura l’antico regno di Polonia, di cui Poniatowski diventa sovrano. Questo «per far capire alle nazioni russe che al di sopra del loro zar c’era un’onnipotenza più formidabile, che fra Alessandro e Dio c’era Napoleone».
[Emmanuel Carrère, Ucronia, trad. di Federica Di Lella e Giuseppe Girimonti Greco, Milano, Adelphi, p. 25]
È matematico che chi studia russo si senta chiedere, prima o poi, «Come mai hai studiato russo?».
Come se ci fosse bisogno di un motivo, come se la cosa andasse spiegata, come se studiare russo non equivalesse a studiare inglese, o francese, o tedesco, o spagnolo, per dire.
[Domani, alle 19, a Parma, al Cubo, con Luca Sommi parliamo dei russi]
Oggi sono uno che è andato a correre, domani conto di essere uno che è andato a vedere il Parma. Intanto buongiorno.
«La Russia sentirà parlare di te, Antoša, – scriveva Aleksandr al fratello, che non era a Mosca in quel periodo. – Muori presto, che ti piangeranno anche al di là dal mare. Ma intanto, la gente il tuo libro lo compera molto malvolentieri».
[Natalia Ginzburg, Anton Čechov. Vita attraverso le lettere, Torino, Einaudi 1989, trad. Gigliola Venturi e Clara Coïsson, p. XXI]
Quando faccio un viaggio in treno lungo, su un treno scomodo, pieno di americani pieni di valigie, che son stanco, e mi accorgo che manca ancora un’ora, se apro il taccuino e scrivo Manca ancora un’ora, dopo quando chiudo il taccuino sono meno stanco non lo so, come mai.