Ottimismo dei poster sovietici 2
Ottimismo dei poster sovietici 2
Ricordati le ruote. Nel 1925 sotto il tram si son fatte male 200 persone (via Marianna Sili).
Ottimismo dei poster sovietici 2
Ricordati le ruote. Nel 1925 sotto il tram si son fatte male 200 persone (via Marianna Sili).
Sono un radical chic: per me quando una cosa è chic è chic e non accetto discussioni.
(Corrado Guzzanti)
Scriveva sotto pseudonimo, si faceva chiamare Ivan Piri, e nessuno, o quasi nessuno, sapeva chi fosse.
E, con altri sei giornalisti, e con l’aiuto di pochissimi tecnici, tipografi, e corrieri, facevano un quotidiano sportivo che usciva solo il giorno dopo le sconfitte della Juventus e che si intitolava Che dispiacere.
[Esce domani, Che dispiacere]
«Noblesse oblige» aveva commentato il gatto e aveva allungato a Margherita un calice pieno di liquido trasparente.
«È vodka?» aveva chiesto piano Margherita.
Il gatto, offeso, era saltato sulla sedia.
«Per carità, regina» aveva gracidato. «Le sembra che mi sarei permesso di offrire della vodka a una signora? È alcool puro».
[Oggi, 15 maggio 2020, sono passati 129 anni dalla nascita di Bulgakov, 15 maggio 1891]
Questa pagina della presidenza del consiglio clic è molto interessante: dice che si può uscire per andare a trovare i conviventi (cosa che non era mai stata possibile, nella storia dell’umanità, uscire per andare a trovare uno che abita con te), e che si può uscire solo per acquistare prodotti di cui è ammessa la vendita; cioè puoi uscire solo per comprare le cose che vendono, quelle che non vendono no. Mi dispiace. Questo ancora non possiamo permettertelo.
– Tutti i nodi vengono al pettine.
– Quando c’è il pettine.
[Leonardo Sciascia, Nero su nero, in Opere. 1971-1983, Milano, Bombiani 2001, p. 629]
Uno, che si chiamava Velimir Chlebnikov, diceva che per dormire gli bastava il pavimento e per scrivere, al posto del tavolo, poteva usare il davanzale. Siccome poi era senza petrolio, avrebbe imparato a scrivere al buio.
[Dal Repertorio dei matti della letteratura russa, in preparazione]
In questa intervista del 2018 a Rosalba Castelletti (clic), Limonov racconta che ha smesso di leggere Limonov, il romanzo di Carrère, quando Carrère dice che, in Russia, nel 42, fucilavano chi arrivava tardi al lavoro. Che è nella prima pagina del romanzo. Ha letto 18 righe (e, forse, l’introduzione).
Tempo fa, con una mia amica, quando qualcosa non andava bene, io le dicevo : «Ci vuole pazienza». E lei mi rispondeva «E noi ce l’abbiamo». Con quella mia amica non ci vediamo dal 2014, circa, però di pazienza ce ne vuole ancora di più, e noi ce n’abbiamo ancora di più, secondo me. Domani sul foglio dovrebbe uscire un pezzetto sul coronavirus, scritto una decina di giorni fa, non vale più niente, probabilmente.
Stasera su Radio 3, intorno alle 20 e 15, se non sbaglio, vanno in onda 15 minuti di Se mi dicono di vestirmi da italiano non so come vestirmi, con Nicola Borghesi e con me. I primi quindici minuti della recita del 17/11 all’oratorio San Filippo Neri di Bologna.