Vita di Socrate

martedì 29 Maggio 2012

Spesso nell’indagine il suo conversare assumeva un tono piuttosto veemente: allora i suoi interlocutori lo colpivano con pugni e gli strappavano i capelli; nella maggior parte dei casi era disprezzato e deriso, ma tutto sopportava con animo rassegnato. A tal punto che una volta, sopportando i calci che aveva ricevuti da un tale, a chi si meravigliava del suo atteggiamento paziente rispose: «Se mi avesse preso a calci un asino, l’avrei forse condotto in giudizio?». Così tramanda Demetrio.

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Più di una volta, osservando la grande quantità di merce esposta alla vendita, diceva fra sé: «Di quante cose non sento il bisogno!».

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Interrogato se bisognasse sposarsi o no, rispose: «In entrambi i casi, ti pentirai». Diceva di meravigliarsi che gli scultori di statue marmoree si preoccupavano di rendere il blocco di marmo il più possibile simile all’uomo, ma che essi stessi non si curavano affatto di non apparire simili al marmo.

[Diogene Laerzio, Vite dei filosofi 1, a cura di Marcello Gigante, Bari, Laterza 2010, pp. 55-56, 57, 60]