Uomini d’affari

venerdì 17 Maggio 2013

Labandadelformaggio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

e dovevo andare alla fiera del libro di Roma, e andare a dormire in un albergo, all’Eur, quel quartiere fascista che era diventato una specie di centro congressi, un albergo geometrico, pulito, con un ascensore panoramico, un albergo da uomini d’affari, a promuovere la letteratura tradizionale, l’impercettibile valore aggiunto dei libri di carta (nel programma c’era scritto cartacei) rispetto ai libri elettronici.
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E più andavo avanti più avevo l’impressione che la letteratura, sia quella di carta (cartacea) che quella elettronica, non avesse niente a che fare con gli uomini d’affari, e con i centri congressi, e col valore aggiunto, io più andavo avanti più mi sembrava che la letteratura, più che nei centri congressi, fosse più facile trovarla nella spazzatura, nei cassonetti, negli ospedali, sui filobus, nelle sale d’attesa degli ambulatori veterinari, nei bagni dei cinema, nei sottopassaggi abbandonati, sotto i cavalcavia, nei prati dopo che avevan smontato i tendoni dei circhi, nelle tabaccherie, nelle collezioni di francobolli, negli espositori delle cartoline, nei pavimenti dei bar quando eran cosparsi di segatura, nelle file alle casse dei supermercati, sui marciapiedi delle stazioni, in tutti gli uffici di oggetti smarriti, nella paura di chi faceva una cosa per la prima volta, un farmacista, o un medico di guardia, o uno scrutatore, o una bambina delle medie, nel passo di quelli che davano le dimissioni, nel respiro che si prendeva prima di aprire l’esito di una lastra ai polmoni, nel toccare i muri quando era saltata la luce, dappertutto, tranne che in un albergo per uomini d’affari, avevo l’impressione, ma probabilmente mi sbagliavo, perché probabilmente si trovava anche in un albergo per uomini d’affari, forse, nel sospiro delle cameriere nel momento in cui si chinavano per guardar sotto i letti, o nel rumore delle stoviglie a apparecchiare per la colazione, o nei monologhi dei tassisti che arrivavano dalla stazione o anche che non arrivavano dalla stazione, ma da qualche altra parte, o nei monologhi dei tassisti da qualsiasi parte arrivassero.

[La banda del formaggio, pp. 142-143, a Torino esce oggi, nel resto d’Italia esce il 23 maggio]