Uno dei capitoli 33
33.
Uno avrebbe potuto anche chiedersi, sarebbe stato comprensibile, se io non avessi avuto obiezioni morali, quando avevo scoperto che il mio socio veniva da una specie di dinastia di ladri, e a me sarebbe venuto da dirgli di no, che non avevo avuto obiezioni morali.
E se quello mi avesse chiesto come mai, io gli avrei risposto che non lo sapevo, ma che quando avevo letto Il grande Gatsby, di Fitzgerald, la prima pagina, quando l’io narrante diceva che a lui, suo padre, gli aveva insegnato una cosa sola, piccola, di non giudicare, io mi ricordo che avevo pensato «Ma che fortuna».
Che era veramente uno fortunato, uno così, secondo me.
E il contrario, il fatto di giudicare, era veramente un po’ una disgrazia, e uno che giudicava, soprattutto se giudicava senza sapere, e si giudicava quasi sempre, senza sapere, era veramente un po’ un disgraziato, secondo me, gli avrei detto, anche se poi credo che mi sarei vergognato di quel che avevo detto, difatti poi queste cose non le avevo mai dette.
[La banda del formaggio, esce il 23 maggio (a Torino il 17)]