Una proposta a Renzi, o a chi per lui

giovedì 23 Febbraio 2017

Da Matteo Renzi, come politico, io, devo dire, non mi aspettavo niente di buono. Forse per via di un pregiudizio, fondato sul fatto che avevo letto un suo libro, uscito nel 2012, quando lui era sindaco di Firenze, un libro intitolato Stil novo che era una specie di saggio sulla bellezza che diceva, tra le altre cose, che a Firenze, a Palazzo vecchio, nel salone dei Cinquecento, sotto un grande affresco di Giorgio Vasari, secondo Renzi, e anche, mi hanno detto poi dopo, secondo Roberto Giacobbo, quello che fa una trasmissione televisiva che si intitola Voyager (sottotitolo Ai confini della conoscenza), secondo loro due sotto l’affresco di Vasari ci sarebbe stata, forse, la Battaglia di Anghiari, un affresco perduto di Leonardo. E Renzi, e forse anche Giacobbo, proponevano allora di smurare l’affresco di Vasari e di portarlo temporaneamente da un’altra parte per vedere cosa c’era dietro (e poi eventualmente rimettercelo); ma siccome gli storici dell’arte erano quasi tutti d’accordo nel dire che l’affresco di Leonardo era andato perso perché Leonardo aveva usato una pittura che era colata quasi subito, a Renzi (e a Giacobbo) il permesso non gliel’avevan dato e lui, nel suo libro, di questo si lamentava molto perché gli avevano impedito, forse, di scoprire il vero capolavoro di Leonardo, perché La battaglia di Anghiari, secondo Renzi, era il vero capolavoro di Leonardo, «Anche perché – aveva scritto Renzi – diciamo la verità, la Gioconda è più enigmatica che bella». Ecco, io, se dovessi dire, credo sia stata questa frase qua «Diciamo la verità, la Gioconda è più enigmatica che bella», messa dentro un saggio sulla bellezza, che aveva provocato il mio pregiudizio su Matteo Renzi che pensavo sarebbe rimasto a vita sindaco di Firenze e non avrebbe combinato niente, in politica.
Invece poi, in quattro e quattr’otto, è diventato segretario del PD e presidente del consiglio e io poi, quando ha cominciato a mettere in piedi delle riforme io, memore dell’errore, mi aspettavo che facesse chissà che cosa invece poi, alla fine, non ha fatto poi tanto, per il momento, mi sembra.
Per esempio la riforma della scuola: io, quando si è cominciato a parlare di riforma della scuola, uno giovane e moderno come Renzi, io mi aspettavo che, la prima cosa che avrebbe fatto, sarebbe stato eliminare una cosa che c’è solo in Italia, che non serve a niente e che costa un sacco di soldi: l’ora di religione.
Che essendo lui anche cattolico, Renzi, non gli avrebbero neanche potuto dire che lo faceva per anticlericalismo, era un’occasione straordinaria (io, devo dire, non sono cattolico, ma se fossi cattolico mi dispiacerebbe vedere la religione cattolica trattata così, come ora buca, e insegnata da gente a cui non è richiesta nessuna competenza didattica se non un buon rapporto col vescovo).
Allora, alla fine, io, memore dell’errore, io credo che Renzi si riprenderà, dalla brutta condizione in cui si trova adesso, e, quando sarà ancora presidente del consiglio, lui o qualcun altro, non importa, mi permetto di proporgli questa riforma: eliminiamo l’ora di religione.
E dal momento che le proposte di legge dovrebbero poggiare su qualche dato di fatto, mi immagino, ho provato a capire quanto sarebbe il risparmio annuo, e ho trovato dei dati dell’UAAR (unione atei e agnostici razionalisti) che parlano di 1 miliardo e 250 milioni l’anno, ma son dati vecchi, quindi ho chiesto, in novembre, al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, dicendo che stavo scrivendo un romanzo il cui protagonista era un insegnante di religione che, visto che gli studenti non lo consideravano, si chiedeva quanto fosse utile il suo insegnamento, e il suo imbarazzo era accresciuto dal pensiero di quanto costava alla collettività la sua attività, e cercava in rete e trovava uno studio dell’UAAR che parlava di 1 miliardo e 250 milioni annui, ma lui non si fidava e allora scriveva al Miur per sapere i dati. Mi potevano aiutare? Scrivevo.
Il Miur, dopo due mesi, non mi avevano risposto, allora gli avevo scritto un’altra mail dicendogli che non mi sembrava il modo di comportarsi e se per favore mi rispondevano.
Il Miur, dopo un altro mese non mi avevan risposto, allora gli ho scritto che se non mi rispondevano scrivevo un articolo dove dicevo che non mi rispondevano, mi han risposto subito mi han detto di scrivere all’ufficio di statistica per il settore scuola, e mi han dato la mail.
Allora io ho scritto all’ufficio di statistica per il settore scuola, son passati quindici giorni, non m hanno risposto, avevo due possibilità: o gli scrivevo che non mi sembrava il modo di comportarsi, e poi quindici giorni dopo se non mi rispondevano gli scrivevo una mail dove gli dicevo che se non mi rispondevano scrivevo un articolo dove dicevo che non mi rispondevano, o scrivevo direttamente l’articolo che sarebbe valso anche come proposta a Renzi, o a chi per lui, con tante scuse, a Renzi, per avere sottovalutato le sue capacità politiche che io non credevo, che fosse così bravo.

[Uscito ieri sulla Verità]