Un romanzo satirico su una brava persona

domenica 1 Settembre 2013

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Una volta Gogol’ ha scritto un romanzo. Satirico. Su una brava persona che era finita nel lager di Kolyma. Il capo del lager si chiamava Nikolaj Pavlovič (allusione allo zar). E proprio lui, con l’aiuto di alcuni delinquenti, perseguita quella brava persona e ne provoca la morte. Gogol’ aveva chiamato il romanzo «Un eroe dei nostri tempi». L’aveva firmato: «Puškin». E l’aveva passato a Turgenev, perché lo pubblicasse su una rivista.
Turgenev era un uomo pauroso. Aveva letto il romanzo e si era coperto di sudore freddo. Aveva deciso di rivedere il tutto. E l’aveva rivisto.
L’ambientazione del romanzo l’aveva trasportata nel Caucaso. Il prigioniero l’aveva trasformato in un ufficiale. Al posto dei delinquenti aveva messo delle belle ragazze, e non erano loro che offendevano l’eroe, era lui che le offendeva. Nikolaj Pavlovič l’aveva ribattezzato Maksim Maksimyč. Aveva cancellato «Puškin» e aveva scritto «Lermontov». Poi aveva subito mandato il manoscritto alla redazione, si era asciugato il sudore freddo e era andato a dormire.
D’un tratto, nel mezzo di un bel sonno, era stato trafitto da un’idea orribile. Il titolo! Non aveva cambiato il titolo! E subito, quasi senza vestirsi, era scappato a Baden-Baden.

[Aneddoti attribuiti a Daniil Charms, in Daniil Charms, Vešč’, Moskva, Amfora 2000, pp. 306-307]