Un quartiere di cui non dirò il nome

venerdì 20 Marzo 2015

Gianni Celati, Narratori della pianure

Un’altra volta hanno visto un tizio con l’aria da ubriaco, e l’hanno seguito in metropolitana fino a un quartiere di cui non dirò il nome. In quel posto il tizio s’è andata a sedere su un gradino assieme ad altri che sembravano ubriachi come lui, e stavano lì tutti seduti con la testa che penzolava in avanti. In quel momento si sono sentiti degli spari, poi qualcuno indicava una macchina che fuggiva e anche i bambini sono scappati a più non posso, temendo che sparassero ancora.
Mentre correvano una macchina s’è affiancata e un uomo ha detto: “Salite in fretta.” In macchina hanno spiegato l’accaduto e l’uomo ha raccontato che in quel quartiere succedeva spesso che, quando quelli della mafia dovevano provare delle armi, passavano di lì e sparavano ai drogati seduti sul gradino.

[Gianni Celati, Narratori della pianure, Milano, Feltrinelli 2000 (5), p. 23]