Un po’ come le donne

martedì 21 Ottobre 2008

Come terzo compito gli allievi della scuola elementare di scrittura emiliana han dovuto registrare un discorso orale e sbobinarlo, cioè trascriverlo facendo le modifiche che gli sembrava servissero (aggiungendo per esempio la punteggiatura, mettendo magari la traduzione di eventuali parti in dialetto, togliendo magari le parti più confuse e via di seguito).
Copio qua sotto la soluzione di Pasquale (Vollo)

Mi chiamo Terzo Bortolani, sono di Grizzana Morandi, c’ho 87 anni, sono del 21, la classe di ferro, di quelli che sono andati in Russia, anche se poi io mica ci sono andato, ero il terzo di tre fratelli. Loro si che ci sono andati in guerra, ma non sono più tornati. Primo, è morto in Africa, per mano degli inglesi; Secondo, è morto in Jugoslavia ammazzato dai titini, i partigiani di Tito, quando eravamo ancora alleati dei tedeschi, prima dell’otto di settembre. I miei lavoravano a giornata i fevan i brazzant (facevano i braccianti) Me, a nov an a son andé a bottega (Io a nove anni sono andato a bottega). A io fat d’incosa, al manvel, al carpantir, al pitaur (Ho fatto di tutto, il muratore, il carpentiere, l’imbianchino). Dato che siccome non mi piaceva di lavorare sotto padrone, sono andato a bottega da mi zio che al feva al fabr (che faceva il fabbro). Iandevan tout da mi zio (Ci andavano tutti da mio zio), finanche i padroni. Ivlevan (Volevano) essere serviti per primi e pagavano per ultimi, più iavevan i sold più eran grec (più avevano i soldi più erano tirchi). Lavorare il ferro non è mica una cosa da tutti, bisogna saperlo prendere, un po’ come con le donne, che bisogna essere buoni di prenderle. Finché l’è cheld (finché è caldo) lo modelli come più ti piace e così è per le donne, ci devi stare addosso. Quando il ferro diventa freddo è finita, va per conto suo, e così sono le donne, se le fai raffreddare se ne vanno per conto loro. Le martellate vanno date con giudizio, brisa alla dio boia (mica come capita) e così è per la donna. T’la po picher (La puoi picchiare) ma devi stare i campana e lasciarla intera. Io con le donne non ci sapevo fare, non è mica come al de din cu (al giorno d’oggi). Ogni volta quando ne incontravo una attraversavo la strada perché mi vergognavo e mi zio se ne accorgeva perché al de dop (al giorno dopo) a pensarci picchiavo il ferro più forte e capiva che mi era andata a buca. Poi mi sono fidanzato colla Pina, che era bella ma nessuno la voleva perché c’aveva una gamba più corta, ma l’era tante bon (era tanto buona) che l’ho sposata dopo sei mesi, c’avevo ventisei anni e lei ce ne aveva ventuno. A san sté insam quarant’an, e an l’ho mai piché ( Siamo stati insieme quaranta anni e non l’ho mai picchiata). Ci volevamo bene.