Un pezzettino

giovedì 4 Ottobre 2012

Ecco, eravamo rimasti che, dopo aver cominciato con Dostoevskij, continuavamo con Tolstoj, che questa è una cosa che non si capisce tanto il motivo, però succede sempre così: uno parla di Dostoevskij, salta subito fuori Tolstoj, e viceversa; cioè: una parla di Tolstoj, salta subito fuori Dostoevskij. Che la domanda più frequente che viene rivolta, secondo me, a quelli che hanno studiato russo, dopo le domande «Ma davvero hai studiato russo?» «Ma come mai hai studiato russo?», la domanda più frequente dopo queste due, secondo me, è la domanda «Ti piace più Dostoevskij o Tolstoj?». Che davvero, succede così, se te dici a qualcuno che tu stai leggendo un romanzo di Tolstoj, quello ti guarda, si aggiusta gli occhiali, ammesso che abbia gli occhiali, e ti dice «Ma Dostoevskij, non ti piace?»; se gli dici che stai leggendo Dostoevskij, quello ti guarda, si aggiusta gli occhiali (ammesso che abbia gli occhiali) e ti dice «Ma Tolstoj, non ti piace?» è così, non si sa cosa farci, quando vien fuori Dostoevskij, viene sempre fuori anche Tolstoj, come Stanlio e Ollio, o Gianni e Pinotto, o Ric e Gian, son sempre insieme, e capire il motivo è una cosa che sarebbe bella, capirla, e questo discorso potrebbe essere una bella occasione per indagarla, diventerebbe un discorso, adesso non lo dico per vantarmi ma in questo discorso abbiamo già determinato, con una bilancia medica di precisione, il peso dell’anima in grammi, sarebbe bello se chiarissimo finalmente i misteriosi rapporti che legano Dostoevskij a Tolstoj e Tolstoj a Dostoevskij ma ci son due motivi, non so come dire, gnoseologici, e uno pratico, per i quali questo rapporto non si può chiarire, e il primo motivo gnoseologico è che non ne so mica tanto, di Tolstoj, il secondo motivo gnoseologico è che non so mica tanto neanche di Dostoevskij, anzi, forse di Dostoevskij ne so ancora meno

[Un pezzettino di E noi?, elogio del ridicolo]