Salite, discese
Ecco alcuni degli antichi nomi cancellati, anche di recente, dalla toponomastica di Napoli (e sono solo quelli relativi a una serie di nuovi nomi di vie comincianti con De, come de Sica ecc.).
Seconda Traversa Stella, ora via Vittorio de Sica,
Vicolo Ritiro Purità a Foria, ora via Antonio de Curtis (Totò),
Via delle Sirene, ora via Raffaele de Cesare,
Via Settimo Cielo, ora via Luigi de Crecchio,
Vicoletto Fico a Foria, ora vico Annibale de Gasperis,
Via del Divino Amore, ora via Giuseppe de Blasiis,
Vicoletto Mezzocannone, ora via Enrico de Marinis,
Vico Carminiello a Toledo, ora via Carlo de Cesare,
Piazza dei Tribunali, ora piazza Enrico de Nicola…
Parallelamente vengono a poco a poco cancellati quei bellissimi nomi con cui a Napoli – come a Londra, dove però sono conservati con più cura – sono designate le diverse specie di vie, come: Traversa Graziella, Gradini Cinesi, Supportico Carminiello al Mercato, Cupa Toscanella, Vico Storto Concordia, Vico Rotto Carbonara, Angiporto dei Caserti, Passaggio Castello dell’Ovo, Contrada Calori di Sopra, Rampe del Campo. E ancora: Strettoia, Larghetto, Borgo, Vico Lungo, Piazzetta, Fondaco, Banchina, Scaletta, Salita, Discesa. Salita del Casale, Discesa del Cavone…
Qualcuno si chiederà come è possibile stabilire se una via non pianeggiante è una salita o una discesa. Al primo momento la domanda, per le difficoltà che prospetta, ricorda quella che molti cristiani rivolsero a Sant’Agostino: «Che faceva Iddio prima di creare il cielo e la terra?» alla quale domanda il santo, dopo aver cercato di cavarsela con una barzelletta, non riuscì a dare una risposta soddisfacente. Ma i napoletani hanno risolto (a suo tempo) anche il problema delle salite e delle discese basandosi semplicemente sul loro istinto.
[Aldo Buzzi, Un debole per quasi tutto. La lattuga di Boston e altri scritti, Milano, Ponte alle Grazie 2006, pp. 122-123]