Quando c’era Pirandello

lunedì 12 Gennaio 2009

Roberto Alajmo voleva scrivere un libro di biografie post mortem. Avrebbe voluto parlare di Goya, che “venne decapitato nella tomba a causa di un complotto medico-pittorico-nazionalistico, e il suo cranio finì disperso in maniera rocambolesca”.
Di Molière, che “finì seppellito a tre metri di profondità, dopo lunghe polemiche, per aggirare il divieto ecclesiastico di sepoltura degli attori in terra consacrata, vale a dire all’interno del camposanto ma fino a una profondità di due metri.
Di “Lenin, immerso in una specie di salamoia, /che/ divenne oggetto di un culto della personalità che, turisticamente parlando, resiste ancora oggi”.
Di Sant’Agata, che “tagliarono a trance per aggirare le barriere doganali nel corso del rimpatrio”.
E così via.
Questo libro non si farà.
Ma si è fatto, è appena uscito, un libro, illustrato da Mimmo Paladino, e pubblicato da Drago edizioni, dove si racconta la biografia post mortem di Pirandello, singolare davvero.
Il libro si intitola Le ceneri di Pirandello (sono 43 pagine, costano 9 euro).
leceneridipirandello