Poi

giovedì 28 Novembre 2013

Poi: dicono che negli anni sessanta, dopo che i russi erano andati nello spazio e gli americani erano andati sulla luna, uno scienziato russo e uno americano si erano incontrati e l’americano aveva detto al russo che loro avevano speso vari milioni di dollari per studiare e produrre delle penne a sfera che funzionassero in assenza di gravità, e gli aveva chiesto come avevano fatto loro, e il russo aveva risposto che loro, a dire il vero, avevano usato le matite; ecco, io, quando vedo qualcuno che prende appunti su un taccuino, mi viene un’invidia, come se mi chiedessi “Be’, e te? Cosa aspetti?”, quando vedo qualcuno che prende appunti su un telefono cellulare, per esempio, l’invidia io non so neanche cosa sia. Con questo non voglio dire che, non so, mi ricordo una volta, a Bologna, ero andato a sentire il poeta americano Ferlinghetti che diceva che, secondo lui, con un computer non si può scrivere niente di bello, ecco io non la penso come il poeta americano Ferlinghetti, voi potete scrivete come volete, secondo me, la cosa importante non è come scrivete, e, in un certo senso, non è neanche importante quel che scrivete, che io, per esempio, e credo un po’ tutti, i primi sei mesi che mi son messo a scrivere, scrivevo tutti i giorni, non ho scritto niente che mi piacesse, ma mi dicevo che non era quella, la cosa importante, la cosa importante era scrivere, come uno che suona la tromba, i primi sei mesi che la suona non suona delle cose belle, è impossibile, l’importante è che la suoni, però, se vuol poi suonare delle cose belle più avanti, non so se si capisce, se non si capisce si vede mi son spiegato male cercherò di spiegarmi un po’ meglio più avanti.

 

[Scuola elementare di scrittura emiliana per non frequentanti, in preparazione]