Piccola bibliografia portatile

mercoledì 4 Maggio 2016

[per quelli che vengono a San Pietoburgo con il circolo dei lettori, ho scritto una piccola bibliografia]

la letteratura russa che conosciamo come letteratura russa comincia ai primi dell’ottocento con un romanzo in versi, l’Evgenij Onegin di Puškin. C’è una traduzione che a me sembra molto bella, in endecasillabi, di Ettore Lo Gatto, che è stata ripubblicata recentemente da Quodlibet compagnia extra (si intitola Eugenio Oneghin). Tutta la prosa che Puškin ha pubblicato in vita, che è incantevole, è raccolta in un’edizione che ho tradotto io: Aleksandr Puškin, Umili prose (è uscita per Feltrinelli). Di Puškin andremo a vedere la casa dove abitava quando è morto, che è vicinissima alla prospettiva Nevskij. Della morte di Puškin parla un libro italiano memorabile che è stato anche un libro che ha fatto scalpore, come si dice, tra gli slavisti, Il bottone di Puškin di Serena Vitale (Adelphi), chi non l’ha letto credo lo leggerà volentieri. Di Gogol’ vedremo (solo da fuori, purtroppo), il teatro dove è stato rappresentato per la prima volta Ревизор (che è, in italiano o Il revisore – l’edizione che ho io, Marsilio, con testo a fronte, a cura di Emilia Magnanini – o L’ispettore generale, varie edizioni, Feltrinelli o Garzanti). Se non avete letto Le anime morte, lo consiglio anche se non è ambientato a Pietroburgo (c’è un’edizione che ho tradotto io, Feltrinelli). Se non avete letto i Racconti di Pietroburgo, questa mi sembra l’occasione adatta (mi sento di consigliare, per dei motivi dei quali poi, se volete, parliamo di persona, di evitare le traduzioni di Tommaso Landolfi). Tolstoj ha parlato forse più di Mosca che di Pietroburgo, ma c’è un libretto ambientato prevalentemente nel Caucaso che si intitola Chadži-Murat, che a me sembra un capolavoro, ancora più prezioso in quanto non tanto conosciuto (ce n’è in giro un’edizione che ho tradotto io per Voland), dove c’è un bellissimo capitolo sulla vita dello zar a Pietroburgo che Tolstoj prevedeva sarebbe stato censurato quando sarebbe uscito e che è poi stato censurato, quando è uscito. Altre due cose che ho tradotto io poi basta: un’antologia uscita per Marcos y Marcos che si intitola Tre matti e che contiene un racconto di Gogol’, uno di Dostoevskij e uno di Tolstoj, quello di Gogol’ è una meraviglia ambientata a Pietroburgo, quelli di Dostoevskij e Tolstoj sono meraviglie ambientate altrove e, sempre per Voland, ho curato un’edizione di Memorie del sottosuolo che è forse uno dei racconti più pietroburghesi del più pietroburghese degli scrittori pietroburghesi, Fëdeor Michajlovič Dostoevskij. Di Dostoevskij, naturalmente, potete leggere uno qualsiasi dei grandi romanzi (noi ragioneremo sui posti di Delitto e castigo). C’è già un sacco di roba, ma mi sento di darvi ancora tre indicazioni sul novecento e una su un testo generale: di Anna Achmatova La corsa del tempo (a cura di Michele Colucci), e, su di lei, Incontri con Anna Achmatova, di Lidija Čukovskaja; di Osip Mandelštam il Discorso su Dante (che è contenuto anche in un’antologia Bompiani intitolata Sulla poesia) e, su di lui, L’epoca e i lupi (scritto dalla moglie Nadežda e che si trova solo in biblioteca, ho paura); di Iosif Brodksij Guida a una città che ha cambiato nome, che è un testo su Pietroburgo (ed è contenuto in Fuga da Bisanzio), e Dall’esilio, che è un librettino che contiene il testo, bellissimo, sull’accettazione del Nobel, e un altro testo, per me ancora più bello, sulla Condizione che noi chiamiamo esilio. Poi, per chi vuole documentarsi bene bene, c’è un bel testo di Solomon Volkov che si intitola San Pietroburgo (da Puškin a Brodskij, storia di una capitale culturale) che sembra scritto per noi (è appena un po’ lungo, forse, e, per il mio gusto, un po’ troppo dettagliato nella parte sulla danza, dove io ho un po’ saltato).