Per forza

sabato 8 Giugno 2013

Io ho fatto sei o sette mesi che, non so come mai, forse perché sono di Parma, le vicende del governo di Parma io dovevo trattenermi, per non parlare continuamente di quello che stava succedendo a Parma, e così mi sembrava fosse anche in città, intesa come Parma; io quando andavo a Parma e incontravo qualcuno, ci mettevamo subito a parlare di quel che succedeva a Parma, di com’erano questi qua che adesso facevano i sindaci o gli assessori e se la persona con cui parlavo era una persona che ci ero in confidenza, e che potevo permettermi di fare delle ipotesi non fondate su dati di fatto incontrovertibili, io gli dicevo «Ma sai qual è il libro preferito del sindaco?», «No», mi diceva lui, «Il gabbiano Johnatan Livingston», gli dicevo io e lui scuoteva la testa, e diceva «Ecco, per forza», e io scuotevo la testa e dicevo «Per forza», e queste eran cose che succedevano qualche mese fa, tipo in ottobre del 2012, forse ancora in novembre, in dicembre e magari anche in gennaio e febbraio del 2013  ma adesso, che siamo nel mese di giugno, del 2013, dopo che, al contrario di quello che avevano detto prima del voto, i governanti di Parma, hanno alzato le tasse sulla casa, dopo che, al contrario di quello che avevano detto prima del voto, hanno alzato le tariffe degli asili nido, dopo che, al contrario di quello che avevano detto prima del voto, non hanno bloccato l’inceneritore, dopo che, al contrario di quello che avevano detto prima del voto, non hanno portato la raccolta differenziata al novanta per cento come avevan promesso che avrebbero fatto in un anno, dopo che, al contrario di quello che avevano detto prima del voto, hanno assunto della gente per chiamata diretta senza concorso, dopo che, al contrario di quello che avevano detto prima del voto, invece di aiutare l’orchestra del teatro Regio l’hanno chiusa, dopo queste e tante altre cose che son state fatte in spregio di quel che era stato detto in campagna elettorale, l’impressione che ho io è che a Parma, la curiosità nei confronti di questi politici nuovi mi sembra sia un po’ svanita, e che il sentimento che circola a Parma sia che i politici nuovi si son dimostrati, nel breve volgere di dodici mesi, molto simili ai politici vecchi che era una cosa, adesso è brutto dirlo, ma io l’avevo sospettata fin da subito, perché questi politici nuovi, in sostanza, quello che dicevano, mi sembra, era che loro eran diversi dagli altri.
Solo che anche gli altri, quelli vecchi, sostenevano di essere diversi dagli altri, sia dai nuovi che dai vecchi altri da loro.
Allora dei politici veramente nuovi, mi sembra, quello che avrebbero dovuto dire era che loro erano uguali, agli altri.
Non li avrebbe votati nessuno, però, probabilmente.
 Si sarebbe persa così l’unica occasione di votare veramente il nuovo, la gente ha tanta voglia di nuovo.

 

[uscito oggi su Libero]