Non si dice

martedì 23 Marzo 2010

il_mondo_delle_cose8

Percorse il marciapiede davanti alla vetrina, senza staccare gli occhi dalle parrucche, lasciando che si fondessero l’una nell’altra. Gli piaceva quell’effetto. A un certo punto, una donna anziana uscì dal negozio.
Lui guardò la sua testa, il nido nero che spuntava in cima. La donna lo fissò, pavoneggiandosi. Era orgogliosa della sua parrucca.
«Bella parrucca» le disse, con un cenno della testa.
«Ma non si dice» sibilò la signora, con le labbra tirate sui denti finti. Si allontanò, infuriata.
«Mi scusi» disse lui.
Guardò il proprio riflesso nella vetrina del negozio di parrucche. Continuò a guardare, poi si spostò leggermente. Piegò pian piano la testa, con l’intimo proposito di allinearla il più possibile a una parrucca, un casco di riccioli biondi. Storto e sbilanciato com’era, riusciva a tenere la testa nella posizione giusta per non più di quaranta secondi, poi cominciavano a fargli male i polpacci. Provò un’altra parrucca scura, lunghezza media. Questa volta dovette contorcere tutto il corpo, ruotando i fianchi, finché la parrucca non gli andò a pennello. Si ammirò per un attimo, poi passò a un’altra.

[Michael Zadoorian, Il mondo delle cose, tr. dall’inglese di Michele Foschini e Gioia Guerzoni, Milano, Marcos y Marcos 2010, pp. 88-89]