Neanche questo

giovedì 20 Dicembre 2018


Quando vado a vedere Parma Roma, tra nove giorni, che, se sono guarito, sarò in diretta su Rai 2, se sono guarito, voglio leggere uno dei matti del Repertorio dei matti della città di Parma, tipo questo: «C’era uno che non era di Parma ma aveva cominciato a parlare in dialetto parmigiano. La moglie, che era di Parma, infastidita, gli intimava di darci un taglio, ché il dialetto lui non lo sapeva parlare.
E lui ribatteva: “co vò, al mi al teng voja et parler pramzan, ca non ho ma volù parler in edor dialet, manca mi personali, e donca ades lasciom et esprimor in pà”. E insisteva: “Donca però, donca è giusto no?” Ma la moglie non gli dava soddisfazione, neanche sul donca.
Una volta è stato visto presso il pioppeto del porto fluviale di Mezzani dove, rivolto ad un casaro del Pakistan, avrebbe detto, desolato: “Am piazerè et parler in mod fluent ma non ghe riesghi miga e pur al cred et d’aver interiorizè la parleda, ad esemp, ghe volut vent an, ma adesa al capisc subit se et se’ de Rege Emilia o de Perma”.» (ma non questo).