La lunga serie degli anni

mercoledì 26 Dicembre 2012

Trovandosi ora Hebel, nel corso di questo racconto, nella necessità di far sentire la lunga serie degli anni, egli lo fa con le frase seguenti: «Nel frattempo la città di Lisbona fu distrutta da un terremoto, e passò la guerra dei sette anni, e morì l’imperatore Francesco I; fu soppresso l’ordine dei Gesuiti, e fu divisa la Polonia, e morì l’imperatrice Maria Teresa, e fu giustiziato Struensee. L’America si liberò, e la forza unita dei francesi e degli spagnoli non poté occupare Gibilterra. I turchi circondarono il generale Stein nella fossa dei veterani in Ungheria, e morì anche l’imperatore Giuseppe. Il re Gustavo di Svezia conquistò la Finlandia russa, e cominciò la rivoluzione francese e la lunga guerra, e anche l’imperatore Leopoldo II scese nella tomba. Napoleone conquistò la Prussia, e gli inglesi bombardarono Copenaghen, e i contadini seminarono e mieterono. Il mugnaio macinò, i fabbri martellarono, e i minatori scavarono in cerca di vene metallifere nella loro officina sotterranea. Ma quando i minatori a Falun, nell’anno 1809…»
Mai narratore ha calato più profondamente il suo racconto nella storia naturale di quanto faccia Hebel in questa cronologia. La si legga con attenzione, e si vedrà che la morte appare in essa a turni così regolari come l’uomo con la falce nelle processioni che si svolgono a mezzogiorno intorno all’orologio della cattedrale.

[(Peter Hebel, Insperato incontro, in) Walter Benjamin, Considerazioni sull’opera di Likolaj Leskov, in Angelus novus. Saggi e frammenti, a cura di Renato Solmi, Torino, Einaudi 1995, pp. 259-260]