Il buon senso

giovedì 13 Ottobre 2011

Non che Gambia disprezzasse il buon senso. Era contento della sua vita sessuale regolata da relazioni d’amore lunghe, due matrimoni, pochi eccessi. Ai suoi occhi un uomo veramente assennato doveva imparare presto a trattenere la voglia di espellere sperma di continuo e dedicarsi agli obblighi e ai riti della civile convivenza: per esempio il lavoro, la gestione dei beni, andare al cinema, leggere un libro, ascoltare musica, incontrare amici, debellare nemici, parlare di politica o vacanza. Il buon senso per lui era l’argine contro le pretese scombinate dei cinque sensi, la sentinella che sapeva dire al momento giusto: amici miei, basta, se esagerate a toccare, assaporare, fiutare, guardare, ascoltare per dare sempre e soltanto soddisfazione al cazzo, il piacere si rovescerà in dispiacere e il godimento in ribrezzo funerario.

[Domenico Starnone, Autobiografia erotica di Aristide Gambía, Torino, Einaudi 2011, p. 5]