Due monumenti

mercoledì 17 Maggio 2017

Dostoevskij utilizzò ne Il villaggio di Stepančikovo tutti i mezzi della parodia verbale. Viene parodiato lo stesso vocabolario della Corrispondenza [di Gogol’]. «Oh, non fatemi un monumento! – gridava Foma, – Non fatemelo! Non mi occorrono monumenti! Nei vostri cuori erigetemi un monumento, ma non occorre nulla di più, non occorre, non occorre!»
In Gogol’: «Desidero che non sia eretto sopra di me nessun monumento e che non si pensi neanche ad una simile pompa, indegna di un cristiano. Chi dei miei amici m’ebbe veramente caro mi erigerà un monumento in modo diverso: lo erigerà dentro se stesso, con la sua incrollabile fermezza nelle opere vitali, con l’animare e rinnovare tutti intorno a sé. Chi, dopo la mia morte, si eleverà con lo spirito più in alto di quel che era durante la mia vita, dimostrerà di avermi veramente amato e di essermi stato amico e con ciò solo mi erigerà un monumento»…

[Jurij Tynjanov, Dostoevskij e Gogol’ (per una teoria della parodia), in Avanguardia e tradizione, traduzione di Sergio Leone, Bari, Dedalo libri 1968, p. 168]