Dopodomani

mercoledì 22 Febbraio 2023

E si è messa a scrivere Requiem, o piuttosto a pensare Requiem, non si azzardava a scriverlo perché aveva paura che glielo sequestrassero. Allora aveva chiesto aiuto a delle amiche. Una di queste, Lidija Čukovskaja, racconta come faceva: «Anna Andreevna, quando veniva a trovarmi, mi recitava versi di Requiem in un sussurro, ma a casa sua, alla casa sulla Fontanka, non si risolveva neppure a sussurrare; d’un tratto, nel bel mezzo del discorso, si interrompeva e, indicandomi con gli occhi il soffitto e le pareti, prendeva un pezzetto di carta e una matita; poi diceva ad alta voce qualcosa di molto frivolo: «Volete del tè?», oppure: «Come siete abbronzata!», scriveva velocemente fino a riempire il foglietto e me lo porgeva. Io leggevo i versi e, quando li avevo impressi nella memoria, glieli restituivo in silenzio. «L’autunno è venuto così presto» diceva Anna Andreevna ad alta voce e, acceso un fiammifero, bruciava il foglietto in un posacenere. Era un rito: le mani, il fiammifero, il posacenere – un rito splendido e doloroso».

[Dopodomani, 24 febbraio, in Salaborsa, alle 18, con Giovanni Francesio, Vi avverto che vivo per l’ultima volta; nella foto, di claudiosforza_photography, il portacenere al Museo Achmatova]