Dopo

venerdì 24 Giugno 2011

Janina Turek, casalinga di Cracovia, aveva scelto come oggetto delle sue osservazioni proprio ciò che è quotidiano, e che pertanto passa inosservato. Se n’è accorta per prima sua figlia. Dopo la morte della madre, nell’autunno del 2000, Ewa Janeczek ha aperto un armadio e ha trovato delle pile di quaderni. (Ce n’erano 728, e più tardi ne sarebbero venuti fuori altri 20). Ha scoperto in questo modo che sua madre era solita prendere nota di tutto ciò che faceva. Dal 1943 al 2000, senza interruzioni, aveva registrato:
quante telefonate aveva ricevuto e da parte di chi (38.196);
quante volte aveva telefonato a qualcuno (6257 volte);
dove e chi aveva incontrato per caso e salutato con un “buongiorno” (23.397);
quanti appuntamenti aveva fissato (1922);
quanti regali aveva fatto, a chi e di che genere (5817);
quanti regali aveva ricevuto (10.868);
quante volte aveva giocato a bridge (1500);
quante volte aveva giocato a domino (19);
quante volte era andata a teatro (110);
quanti programmi televisivi aveva visto (70.042),
e via discorrendo.

[Mariusz Szczygieł, Reality, cit., pp. 10-11]