Dio e una Fiesta usata
Per una coincidenza strana, il giorno che ho superato l’esame di guida, m’è venuto per la prima volta un dubbio sull’esistenza di dio. Quel giorno ero finalmente libero di guidare la mia Fiesta usata, in teoria avrei dovuto esser contento, e invece mi sentivo un brutto sintomo allo stomaco, stavo male per il fatto di aver perso la fede. Così il mio primo viaggio in macchina l’ho fatto per andare a parlare con Don Angelo di Fossombrone, che era un grande esperto di teologia e di esegesi biblica. Sono arrivato a Fossombrone alle cinque del pomeriggio, ho parcheggiato dietro l’abside, poi ho spinto la porta della chiesa che c’era ancora la funzione. Ho dovuto aspettare la fine della messa per poter entrare in sagrestia a parlare con Don Angelo.
– Don Angelo? Buonasera Don Angelo, mi scusi tanto per il disturbo. Son qui per chiederle una cortesia. Quando possibile, avrei bisogno del suo aiuto, vorrei poterle parlare, vorrei farle qualche domanda, questione di pochi minuti. Il fatto è, Don Angelo, che all’improvviso ho avuto una brutta percezione, come una vertigine, ho cominciato a dubitare di tutto, di dio, del mondo, di me stesso, addirittura ho provato sgomento per la materia, l’evoluzionismo, il determinismo psichico, e altre cose di questo tipo. Se è vero, come diceva quel tale, che un uomo è quello in cui crede, ecco che adesso, mi vergogno a dirlo, io di colpo non sono più niente.
Don Angelo ha fatto un bel sorriso, poi mi ha detto:
– Bene, molto bene. Parlerò con te volentieri, molto volentieri, ma non adesso, perché purtroppo adesso non ho tempo, però, se vuoi, possiamo incontrarci qui domattina, prima della funzione, dalle cinque e mezza alle sei. Se vieni qua domattina sarò felice di rispondere alle tue domande.
Io ho risposto:
– Grazie Don Angelo, verrò senz’altro. – Ma nel rispondere a Don Angelo, io sapevo di aver mentito, perché già sapevo che il mattino dopo alle cinque e mezza io avrei continuato a dormire.
Così per qualche tempo ho cercato di non pensare più alla religione, in modo da potermi godere in pace la mia Fiesta usata.
[Roberto Livi, La terra si muove, Marcos y Marcos, uscito ieri]