Di verde
Nel cortile del carcere c’erano dei barconi, di legno, e i carcerati, mi ha detto la direttrice, quelli che fanno un laboratorio di liuteria, trasformano il legno di quei barconi in violini.
Sono barconi che arrivano da Lampedusa.
Fanno impressione.
Vederli lì, rovesciati sull’erba del cortile del carcere di Opera, e pensare cos’hanno contenuto, e il viaggio che han fatto.
Dopo siamo entrati, abbiamo fatto due corridoi pieni di grate che mi ricordavano un po’ la caserma Cittadella di Piacenza dove ho fatto il militare un po’ l’Algeria (io nell’ottantacinque ho vissuto un anno e mezzo in Algeria che era piena di questi intonaci mezzo devastati dell’umidità e pitturati di verde, quel verdino algerino, non so se mi spiego).
[Domenica 28 gennaio, sul Fatto quotidiano, racconto quel che è successo giovedì scorso quando sono stato al carcere di Opera, a Milano]