Degli schiaffi

sabato 8 Agosto 2009

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Lasciando da parte la debole eco dei sistemi ideologici pre-rivoluzionari, l’unica teoria che in Russia si sia opposta al marxismo in questi anni è la teoria formalistica dell’arte. Il paradosso consiste nel fatto che il formalismo russo si è legato strettamente con il futurismo russo e mentre quest’ultimo ha capitolato politicamente di fronte al comunismo, il formalismo si è opposto al marxismo con tutta la sua forza teorica.
Victor Shklovsky è il teorico del futurismo e al tempo stesso il capo della scuola formalista. Secondo questa teoria, l’arte è sempre stata opera di pure forme autosufficienti e ciò è stato riconosciuto per la prima volta dal futurismo. Così il futurismo è la prima arte cosciente della storia, e la scuola formalista è la prima scuola scientifica dell’arte. In virtù degli sforzi dei Shklovsky – e questo è un merito nient’affatto insignificante – la teoria dell’arte, e parzialmente l’arte stessa, si è alla fine elevata dalla condizione dell’alchimia a quella della chimica. L’araldo della scuola formalista, il primo chimico dell’arte, dà degli schiaffi poco amichevoli a quei futuristi ‘conciliatori’ che cercano un ponte verso la rivoluzione e che tentano di trovare questo ponte nella concezione materialistica della storia. Un simile ponte non è necessario: il futurismo è in grado di bastare a se stesso.

[Leone Trotsky, La scuola poetica formalista e il marxismo, in Letteratura, arte, libertà, traduzione di Livio Maitan, Milano, Schwarz 1958, p. 38]