Casi in cui casca la faccia

giovedì 21 Febbraio 2013

C’è una poesia di Nino Pedretti che si chiama Domanda che dice, più o meno:

Dove si nasconderanno,
le poesie che non son capace di scrivere,
che le ho cercate tanto
che son quelle che mi piaccion di più,
che non le posso leggere
neanche col desiderio?

Il traduttore dell’edizione dove l’ho trovata (Nino Pedretti, Poesie in dialetto romagnolo, Rimini, Pazzini 2006, p. 64), che forse è lo stesso Pedretti (non mi sembra sia indicato, c’è scritto solo Prefazione di Gualtiero De Santi) il traduttore, dicevo, il terz’ultimo verso, «ch’l’è quelli ch’a m pis ad piò», nell’originale, lo traduce «che sono quelle che amo di più», che io, il verbo amare, non so, la Battaglia, che ha otto anni, lo usa tranquillamente, io invece mi casca la faccia, a dire «Io amo», forse perché non esiste in dialetto parmigiano.