Caffettiere

martedì 18 Novembre 2008

Da ragazzo, pensandomi adulto, come mi immaginavo? Avvocato. Senza dubbi. I luzzaresi, fin da quando avevo quattro, cinque anni, mi mettevano su tutti i tavoli da cui lanciavo i miei sproloqui, che per i miei parenti erano arringhe, nonostante a quei tempi balbettassi notevolmente.
Avevamo un caffè, era il più bello: grandi specchi, dei divani di velluto rosso, dei mobili bianchi con dell’oro, i liquori, i dolci…
Nacqui col complesso del caffettiere: quello che accorre quando è chiamato. Così la mia famiglia: niente di preordinato, tutto fatto al momento, su ordinazione… Ancora oggi io sono sempre a disposizione di chi mi vuole, di chi mi chiama al telefono, di chi mi viene a visitare. Il complesso del caffettiere è una delle componenti del mio carattere. Lo metto come importanza vicino al complesso della timidità e quello della calvizie, che non mi hanno mai abbandonato.
(Cesare Zavattini, in De Sica & Zavattini, Parliamo tanto di noi, a cura di P. Nuzzi e O. Iemmi, Roma, Editori Riuniti 1997, p.16).